Restyling anche per il lavatoio

Taglio del nastro per la piazza riqualificata a Colleretto Castelnuovo

Il sindaco Aldo Querio Gianetto ha approfittato di questo incontro per fare una serie di riflessioni.

Taglio del nastro per la piazza riqualificata a Colleretto Castelnuovo
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Importante restyling per lo spazio cittadino in valle Sacra. Taglio del nastro per la piazza riqualificata a Colleretto Castelnuovo.

Taglio del nastro per la piazza riqualificata a Colleretto Castelnuovo

Sotto una pioggia fitta è stata di recente inaugurata a Colleretto Castelnuovo la riqualificata «Piazza Primo Maggio». Contestualmente, taglio del nastro da parte del sindaco del paese, Aldo Querio Gianetto, e dei consiglieri comunali, anche per il lavatoio comunale, la cui area è stata oggetto di un altro importante restyling. Alla cerimonia hanno partecipato pure gli amministratori degli altri Comuni della Valle Sacra.

Un simbolo importante per il paese

«La piazza da sempre è un simbolo molto importante per ogni cultura e civiltà – ha detto il borgomastro di Colleretto – Mi preme dire che biologicamente siamo simili agli altri animali, funzioniamo nella stessa maniera. Abbiamo la nostra chimica, il sangue che identifichiamo col fattore RH, il Dna, tante cose uguali agli animali, che utilizziamo per trovare la cura dalle malattie. Quello che distingue l’uomo è la capacità di creare la cultura, fatta di segni e parole, che hanno quindi un significato. Il 25 Aprile, la Festa di Liberazione, per esempio. L’altro giorno l’abbiamo passata in sordina, perché è così che avviene da un anno a questa parte e questa cosa mi ha creato ancora una volta molta sofferenza. Perché non c’è stata vicinanza».

Riflessionde del sindaco sul lavoro...

Quella del sindaco è stata una riflessione anche sulla situazione del mondo del lavoro durante la pandemia: «Il Primo maggio è la festa dei lavoratori, di un lavoro che mai come adesso manca. E nel futuro ne vedremo delle belle. Mi piace ricordare che questa piazza è stata nominata così dall’Amministrazione guidata allora da Franco Casassa proprio per dare rilevanza alla centralità del lavoro come sancito anche dall’articolo 1 della nostra Costituzione. Adesso invece di Democrazia ce n'è poca e di lavoro ancora meno. Facciamo perciò attenzione perché sta saltando il primo principio della nostra Costituzione. La piazza è sempre stata il centro della democrazia non a caso. Il luogo di aggregazione primario».

...ma anche sulla l'aggregazione...

«Allora mi faccio un augurio: che questa piazza sia presto il centro di quell’aggregazione che in questo momento sembra essere il male maggiore dell’umanità e invece la caratterizza. Ringrazio l’architetto Stefano Pomero che ha saputo interpretare la richiesta di trasformare questa piazza il luogo di aggregazione. Ecco perché non c’è più un altare come prima ma ci sono delle gradinate su cui sedersi. E’ tutta un luogo di seduta, scambio per stare vicini e scambiare opinioni».

... e sulla battaglia contro il Covid-19

«Ogni malattia è pandemica. L’uomo si può ammalare e si ammalerà di ogni malattia, ma quello che mi preoccupa è il modo in cui si affrontano. Questo modo di affrontarla è disumano. Rispetto chi soffre e come sindaco ho dovuto e dato l’esempio rispettando le leggi, ma come uomo non sono d’accordo. Non si eliminano i virus, siano naturali o frutto di aberrazioni di progetti di laboratorio. Non li si eliminano come non si elimina il polline o la salsedine del mare. Non saranno le mascherine o ballerini coprifuoco a salvare l’uomo dalla follia di se stesso, dalla sofferenza e paure che generano. A salvarlo sarà la sua capacità biologica di lottare e resistere e riaffermare ancora una volta il suo diritto di esistere. Sarà la cultura che si tramanda come i segni, nei suoi simboli che la rappresentano come questa piazza, come il 25 Aprile e il 1 maggio”. Sarà l’intelligenza, sarà l’amore. Qualcuno, ormai fuori moda, avrebbe aggiunto la fede nell’uomo, dell’uomo o in qualunque Dio esista».

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