Culle vuote nel 2020 più funerali che battesimi
Il Covid-19 ha inciso sui dati accentuando il fenomeno che da anni non inverte la sua tendenza.
Culle vuote nel 2020 il saldo demografico è negativo complice il Covid che ha inciso pesantemente.
Culle vuote nel 2020
Culle sempre più vuote negli ospedali canavesani: anche nel 2020 si registrano più morti che nati. E’ il triste dato che emerge dall’analisi demografica dei comuni più “popolosi” del territorio, in tendenza comunque con il trend nazionale. La crisi dei fiocchi, azzurri o rosa che siano, è un dato reale: il saldo naturale continua ad essere negativo. Sicuramente il Covid-19 ha inciso sui casi di premorienza accentuando il fenomeno, ma il trend si ripete ormai da troppe stagioni per pensare che la pandemia sia la causa. Perché è da quasi un decennio che per trovare il segno più all’anagrafe, davanti alla sottrazione tra il numero dei nuovi arrivati in una comunità e chi, invece, non c’è più, è necessario tornare indietro nelle statistiche. Molto indietro.
A Rivarolo Canavese
Prendiamo ad esempio Rivarolo Canavese. In un anno ha visto la propria popolazione diminuire di 81 residenti (da 12508 del 2019 a 12427 dell’anno scorso). Nell’anno orribile che ci siamo messi alle spalle da qualche mese, i nati sono stati 89 mentre le sepolture 163 con un saldo naturale negativo (così la burocrazia definisce la differenza) è di 74. E non è andata meglio l’anno prima, nel 2019, quando sempre a Rivarolo si è registrata qualche lieto evento in più, 93, a fronte di 146 scomparse, per un totale di 53 persone in meno presenti nelle liste della città. Dato mitigato (nel 2019) dal fatto che a fronte di 624 immigrati si sono registrati 516 emigrati, per cui ci sono stati 108 residenti in più, per lo già stranieri, mentre nel 2020 anche il saldo tra chi ha cambiato comune e chi è arrivato (474 immigrati contro 481 emigrati) fa registrare il segno meno: -7.
Il quadro a Leini
Ma non si pensi che questa sia una situazione solo rivarolese. Perché se scorriamo i numeri di città poco più grandi, come Leini, e quindi con andamenti simili, la situazione non migliora. Al 31 dicembre del 2020 la popolazione residente si attestava a quota 16.399 con un saldo naturale pari a -61: 127 il numero dei bambini nati e 188 i funerali celebrati. E anche dal punto di vista dei flussi emigratori, la differenza è sempre preceduta dal segno meno: 540 (tra stranieri o italiani che si sono trasferiti a Leini) quelli che sono arrivati in città e 571, invece, quelli che hanno lasciato la città. E conferma la tendenza al saldo negativo c’è anche il tasso di natalità dell’ultimo quinquennio di Leini: se nel 2014 era dello 0,97 nel 2020 è sceso allo 0,77; mentre quello di mortalità è passato dallo 0,72 del 2014 all’1,15 attuale. Che conferma che nascono sempre meno bambini, si muore di più e la popolazione invecchia.
E a Volpiano?
E non fa eccezione Volpiano che nel 2020 ha iscritto all’anagrafe 120 nati e cancellato, allo stesso tempo però per premorienza, 214 concittadini: - 94. Per Volpiano, tra l’altro, nel 2020 c’è stato un vera e propria esplosione alla voce deceduti perché dal 2016 ad oggi questo è stato il trend: 158, 164, 169, 159 fino all’ultimo 214 con un incremento di ben 55 persone. Stessa cosa anche a Leini dove in soli 12 mesi (2019-2020) sono stati 57 i morti in più; un delta così ampio da un anno all’altro dal 2005 ad oggi non c’è mai stato. E’ sicuramente l’effeto Covid.