Rivarolo Canavese

Il dolore dei famigliari degli ospiti delle strutture per disabili: "Un vetro non basta, abbiamo bisogno di abbracci"

"Del mio papà sto perdendo momenti minuscoli di lucidità che non torneranno mai più".

Il dolore dei famigliari degli ospiti delle strutture per disabili: "Un vetro non basta, abbiamo bisogno di abbracci"
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Il dolore dei famigliari degli ospiti delle strutture per disabili: "Un vetro non basta, abbiamo bisogno di abbracci".

Il dolore dei famigliari degli ospiti delle strutture per disabili

Mercoledì scorso, 12 maggio, Elena Giacomin ha lanciato il suo grido d'aiuto su Facebook: con un post pubblicato sul gruppo cittadino di Rivarolo la donna ha raccontato la sua storia e quella di suo padre, ospite della  struttura "Comunità la Torre" "Anffas". L'uomo è affetto da demenza senile e da oltre un anno orami non può avere contatti con la famiglia, da gennaio, racconta Elena, ha deciso di on fargli più visita: troppo doloroso per entrambi quel vetro che li separa, troppo incomprensibile per il padre che la figlia non possa aggirare l'ostacolo ed entrare da quella porta così vicina.

Buona sera a tutti, scrivo qui con la speranza che presto cambi qualcosa.
Questa foto ritrae me e mio papà, ospite nella struttura "Comunità la Torre" "Anffas" in quanto affetto da demenza senile.
Questa pandemia mondiale ha toccato in particolar modo loro, gli anziani e lascia ben poco all'immaginazione, al dolore che provano nel non vedere e toccare i propri familiari.
Ormai é da gennaio che non mi reco più in struttura a trovare mio papà... il perché?
Perché mio papà, in quanto affetto da demenza senile con decadimento cognitivo grave, non capisce il motivo per il quale non entro da quella porta.
Non capisce perché non può abbracciarmi o anche solo toccarmi una mano.
Non capisce...non capisce, piange e si dispera.
Si attacca al maniglione antipatico e urla "vieni qui, entra".
Da gennaio ho preso la decisione di evitarci questa sofferenza, sperando che con l'arrivo dei vaccini, avrei potuto finalmente riabbracciarlo... Ma non é stato così.
Mio papà é stato vaccinato, ma purtroppo, non tutti hanno dato l'autorizzazione a vaccinare i propri cari.
Del mio papà sto perdendo momenti minuscoli di lucidità che non torneranno mai più. Forse... dico forse, perché probabilmente é rimasto poco o niente del mio papà.
Sto perdendo qualcosa che solo chi é nella mia stessa situazione può capire.

Una parete degli abbracci

La donna chiede che possa essere allestita una parete per gli abbracci anche all'Anffas, così che ospiti e famigliari possano finalmente riabbracciarsi, toccarsi, trasmettere quel calore mano così importante per tutti.

La parete degli abbracci...
É uno spiraglio di luce per ospiti e familiari.
Cito quanto é stato riportato l'8 giugno 2017 su Diario di Torino
Vederli sorridere ed essere felici è la nostra soddisfazione più grande». E’ con queste parole che Giandario Storace, vicepresidente di Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità intellettiva e/o Relazionale), spiega gli straordinari risultati ottenuti negli anni dalla Comunità La Torre, una struttura moderna completamente immersa nel verde a Rivarolo Canavese e vero punto di riferimento per assicurare il benessere e la tutela dei disabili e degli anziani.
Spero che questo post arrivi a chi di dovere.
Spero che qualcuno si renda conto che sorrisi e felicità sono ormai un lontano ricordo e che basterebbe ben poco per farli felici oggi in questo periodo di pandemia.

Le reazioni

Sotto il post della donna, numerosi commenti di solidarietà dei cittadini rivarolesi. "Ingiusto", "disumano", "assurdo"... sono in moltissimi a non comprendere la severità di questo provvedimento e a chiedere che la stretta venga allentata in nome di un benessere più grande per ospiti e famigliari che da oltre un anno non possono avere un contatto vero.

 

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