si riparte

Primo giorno di scuola: le regole per tornare in classe

Mascherine, aerazione, controlli: tutto quello che c'è da sapere.

Primo giorno di scuola: le regole per tornare in classe
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Suona la campanella, finalmente. Stamattina, lunedì 13 settembre 2021 per moltissimi studenti italiani è il primo giorno di scuola. Tra emozione, voglia di rivedere gli amici e qualche apprensione, dunque si parte. Ma quali sono le regole per tornare in aula in sicurezza? Le abbiamo raccontate mille volte, ma nel momento dell'inizio vero e proprio un ripasso (giusto per stare in tema) non fa male.

Primo giorno di scuola, le regole per tornare in aula

L'ultima novità - naturalmente - è il Green pass. Il certificato verde è richiesto a tutti coloro che operano nella scuola (imprese di pulizie e mense comprese), ma anche ai genitori. Cosa che ha creato più di una protesta e le perplessità dei presidi, che temono eccessivi assembramenti. Non è invece necessario per gli studenti.

 

Ma non c'è solo quello.

I test salivari

Il piano del Ministero  prevede di monitorare almeno 55mila alunni ogni 15 giorni attraverso i test salivari.  Saranno coinvolti u base volontaria gli alunni di elementari e medie.

Ricambio d'aria

Si è discusso molto anche del ricambio dell'aria nelle aule. Il Comitato tecnico scientifico ha stabilito che  dovrà essere assicurato aprendo le finestre ma sono stati stanziati fondi con i quali le scuole possono autonomamente decidere di installare impianti di filtraggio e pulizia dell'aria. D'altronde - come ha fatto notare anche il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi - è facile pensare che a Catania e Napoli si possano tenere le finestre aperte anche a novembre, mentre ad Aosta e Udine ci sarebbe qualche problema in più...

Le quarantene

Uno dei problemi sollevati dai dirigenti scolastici in questi giorni riguarda le quarantene nel caso vi sia un positivo in classe. Lo scorso anno erano di dieci giorni che diventavano poi quattordici per poter avere l'esito del tampone dopo l'isolamento, ora la legge prevede che per i vaccinati scenda a sette giorni, ma i dirigenti scolastici hanno sottolineato che nelle classi in cui ci sia una situazione "mista" tra vaccinati e non vaccinati potrebbe sorgere un problema, con periodi di quarantena differenti tra compagni di classe. 

Il personale scolastico e le mascherine

Si è parlato molto di personale scolastico e vaccini nelle ultime settimane. A parte gli "irriducibili", la maggior parte del personale è stato vaccinato. A livello nazionale la copertura supera il 93%, e in Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Toscana raggiunge il 100%.

Altro tema scottante quello delle mascherine. Il ministro Patrizio Bianchi aveva sollevato la questione dell'opportunità di abbassarle in aula in caso tutti fossero vaccinati. Ma al momento rimane una proposta. Per ora andranno indossate e si potranno togliere solo alla mensa e in palestra; saranno fornite dalle scuole come avvenuto lo scorso anno.

Le parole del ministro

Alla vigilia del primo giorno non poteva mancare l'in bocca al lupo del ministro Bianchi, che ha scritto una lettera alla comunità scolastica:

"Ritrovarsi a scuola è una gioia grandissima. Desidero esprimere il mio profondo ringraziamento a tutti voi, alle studentesse e agli studenti, ai genitori, al personale scolastico e amministrativo, centrale e territoriale, così come alle tante persone che contribuiscono ogni giorno alla vita delle nostre scuole.  A voi tutti, i miei più vivi auguri per un sereno anno di lavoro e crescita, insieme".

La mobilitazione degli studenti

Tutto bene, dunque? No, non si direbbe. Perché in concomitanza con la ripartenza delle scuole, questa mattina è prevista una mobilitazione degli studenti delle scuole superiori. L'appuntamento è alle 10 davanti al Ministero dell'Istruzione e a numerose scuole di tutta Italia. A organizzare la protesta sono gli aderenti alla Rete degli studenti medi.

"Denunciamo l'assenza di certezze sul rientro scolastico, il mancato coinvolgimento nelle decisioni prese e l'inesistenza di qualsiasi piano di investimento per il futuro delle nuove generazioni, a partire dal Pnrr. Per il secondo anno consecutivo sembra essere un susseguirsi di slogan più che di misure ad hoc per garantire il diritto allo studio a tutti. Dopo due anni di assenza di scuola siamo felici che il Ministero si impegni per il ritorno in presenza, ma non basta dichiararlo. Troppo poco è stato fatto: sulle vaccinazioni non tutte le Regioni hanno attivato i canali preferenziali per i 12-18 anni, sugli spazi poco è cambiato e c'è troppa confusione sulle misure per la sicurezza dentro le classi. Allo stesso modo, manca qualsiasi ragionamento del governo sul futuro delle nuove generazioni: il Pnrr è stato scritto senza ascoltare i giovani e abbiamo timore per le modalità con le quali questi soldi saranno utilizzati. Sulla crisi ambientale non ci sono risposte da parte del Governo, non c'è più tempo. Siamo una generazione messa all'angolo, una generazione che ha contato zero nell'ultimo anno e mezzo per volontà politiche. Vogliamo dire la nostra e vogliamo costruire delle scuole e una società a nostra misura. Vogliamo che ci siano zero compromessi sul futuro. E' il momento di ripartire da zero".

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