Castellamonte Posto occupato alla CRI per Gloria Rosboch | Foto e video

33 seggiole rosse contro il femminicidio assegnate finora.

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Castellamonte Posto occupato, una seggiola alla CRI in memoria della ex professoressa.

Castellamonte Posto occupato

Venerdì scorso 1 dicembre, Daniela Contini e Franca Orso del gruppo “Donne per la Valle Sacra” hanno affidato una sedia rossa contro il femminicidio al comitato castellamontese della Croce Rossa Italiana.
Ogni seggiola fa parte del progetto Posto Occupato. E ogni sedia rossa rappresenta un'idea, un dolore, un pensiero, un gesto ma soprattutto un nome concreto dedicato ad una donna vittima di violenza.

Una seggiola per Gloria Rosboch

Sono 33 in tutto quelle finora “affidate” dalle 'Donne per la Valle Sacra'. Quella consegnata alla sede Cri di via Marcello Piccoli è per l’indimenticabile ed indimenticata Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte barbaramente uccisa dal giovane ex allievo Gabriele Defilippi.
“Questo posto è speciale, perché è dedicata a Gloria Rosboch " ha spiegato Franca Orso . Che poi prosegue: "E’ nei nostri cuori e non ha bisogno di presentazioni, perché la conosciamo tutti. Guardando questa sedia avremo un’occasione in più per ricordarci di lei."

In memoria di Gloria Rosboch lo scorso settembre era stata inaugurata un'ambulanza di rianimazione.

5 sedie per cominciare

"Abbiamo iniziato realizzando 5 sedie, per i Comuni della Valle Sacra. - continua Franca Orso - Oggi siamo a quota 33. La speranza un giorno è di non avere più nomi e sedie da fare. Vorrebbe dire che sarebbero finiti casi di femminicidio, di violenza di genere e che non sarebbe più necessaria la giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. La consegna della sedia rossa per Gloria Rosboch è avvenuta nella sala del consiglio del sodalizio, alla presenza del presidente della Cri, Paolo Garnerone, del Consiglio Direttivo e di tutto lo staff della Croce Rossa Castellamonte.

Posto occupato

La campagna Posto occupato è un’iniziativa “a costo zero e a chilometro zero”, come la descrive la sua ideatrice Maria Andaloro, è nata nel 2013. L’idea è semplicissima: per ogni donna uccisa viene occupato un posto in un luogo pubblico o privato. Una sedia in un teatro, una panchina in un parco, un posto in un consiglio comunale. Non importa dove, ma che quel posto rimanga occupato per metterci a confronto con l’assenza di quella donna. Maria andaloro è stata premiata da amnesty international nel 2016 col premio "difensori diritti umani 2016".

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