Il ricorso

La «class-action» dei Comuni al Tar contro i divieti della Regione Piemonte

Secondo gli enti la decisione regionale sarebbe «illegittima»

La «class-action» dei Comuni al Tar contro i divieti della Regione Piemonte

La «class-action» dei Comuni al Tar contro i divieti della Regione Piemonte

La «class-action»

Dieci Comuni del Canavese – Cuceglio, Agliè, Castellamonte, Bairo, Scarmagno, Vialfrè, San Martino, Perosa, Torre e Baldissero Canavese – hanno deciso di fare ricorso al Tar contro una recente delibera della Regione. L’atto riguarda la tutela della zona speciale di conservazione Scarmagno – Torre Canavese, parte della Morena Destra d’Ivrea, e introduce nuove regole per la protezione della fauna e del verde. Tra le principali novità, la Regione ha inserito alcune specie di pipistrelli tra quelle da proteggere e ha aggiornato lo stato delle popolazioni di altre già tutelate. Sono inoltre stati introdotti divieti estesi di taglio degli alberi, riguardanti sia gli alberi vivi che quelli morti, quelli con cavità o nidi di picchio, e persino gli alberi caduti al suolo, con eccezioni solo per motivi di sicurezza o attività agricole.

La contestazione

Secondo gli enti, però, la decisione regionale sarebbe «illegittima». «I Comuni – si legge nella delibera approvata – non sono mai stati coinvolti nel procedimento di approvazione della deliberazione impugnata e la Regione ha ignorato del tutto gli apporti partecipativi spontaneamente prodotti dai Comuni stessi». Le Amministrazioni lamentano, inoltre, che «la valutazione ambientale strategica non è stata svolta» e che «la scelta regionale di includere nelle specie da proteggere i chirotteri Myotis blythiis, Rhinolophus ferrumenquinum, Myothis bechsteini e Barbastella barbastellus e di modificare lo stato della popolazione di Myotis myotis e Myotis emarginatus contrasta con il canone della ragionevolezza e con il principio della necessaria istruttoria tecnico-scientifica». Quanto agli arbusti – concludono –, «la misura del divieto generalizzato del taglio di alberi per la conservazione delle specie di chirotteri viola il principio di ragionevolezza-proporzionalità perché non è utile alla protezione delle stesse ed è eccessivamente pregiudizievole per i Comuni e la comunità territoriale di riferimento».

In attesa della decisione

Gli amministratori sottolineano che lo scontro non riguarda la tutela dell’ambiente, che non viene messa in discussione, ma le modalità con cui la Regione ha scelto di intervenire, considerate troppo generiche e penalizzanti, e prive di una solida base scientifica. Sarà ora il Tribunale amministrativo a stabilire se la delibera regionale potrà resistere alle contestazioni o se dovrà essere rivista per conciliare la protezione della biodiversità con una gestione vivibile del territorio.