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Bollengo si fa bella con un murales che ritrae tre simboli del paese

L'opera è stata realizzata dall'artista Cinzia Perino e presto ne verrà realizzato anche un altro che avrà come soggetto il castello

Bollengo si fa bella con un murales che ritrae tre simboli del paese
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Bollengo si fa bella con un murales che ritrae tre simboli del paese. L'opera è stata realizzata dall'artista Cinzia Perino e presto ne verrà realizzato anche un altro che avrà come soggetto il castello.

Bollengo si fa bella

In una facciata dell’abitazione al civico 13  della centralissima via Angelo Ricca, è stato di recente ultimato un murale, una cartolina celebrativa della città. «Abbiamo affidato l’opera ad una bravissima artista, Cinzia Perino, già autrice di opere analoghe come quella al Municipio di Quincinetto – spiega con grande soddisfazione il sindaco Luigi Sergio Ricca - Il risultato è stupendo, l’obiettivo era quello di rendere Bollengo sempre più bello e capace di regalare nuove emozioni. Ringrazio la proprietà della casa per averci dato la disponibilità».

Simboli

Sulla facciata dell’abitazione sono ritratti tre simboli del paese, tre elementi che fanno parte della sua storia. «Il primo è il campanile di San Martino, unica testimonianza rimasta del piccolo e antico borgo di Paerno che insieme a Pessano Rocca Ampex e al Castellazzo costituivano il paese; intorno al 1250-1300 i primi due sono scomparsi, conseguenza delle lotte fra Ivrea e Vercelli – racconta Ricca – Si tratta di un luogo molto suggestivo, oggetto anche di manutenzione straordinaria una ventina di anni fa. Inoltre è stato ambientazione di alcune scene del film sulla vita di Adriano Olivetti, lì il grande imprenditore eporediese amava recarsi qui per concedersi qualche minuto per ragionare e pensare». La seconda immagine rappresenta il trenino che collegava Ivrea a Cavaglià, dalla fine dell’Ottocento fino al 1933. «Gli abitanti lo chiamavano anche lumaca perché si dice che andasse talmente piano che se uno fosse stato in ritardo e lo avesse perso gli sarebbe bastato correre per riuscire a saltarci su – prosegue il Primo cittadino – Lo chiamavano, e lo chiamano tutt’ora “tranvai”». E poi c’è la chiesa di San Pietro e Paolo, punto di riferimento dell’altro borgo scomparso, Pessano, e unica testimonianza rimasta. «Questa chiesetta è stata acquisita dal Comune negli anni ’80, fino ad allora era privata – continua il racconto Ricca – L’abbiamo restaurata e ora è un punto di riferimento della Via Francigena e fa parte del programma dell’Ami (Anfiteatro Morenico di Ivrea) per le aperture domenicali».

Una nuova opera

Il progetto però non si conclude qui ma è in fase di realizzazione un nuovo intervento, sempre ad opera di Cinzia Perino: «Si tratta di un nuovo murale sulla facciata della Nuova Torre. Il soggetto in questo caso sarà il castello di Bollengo».

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