Chiantore solo contro tutti per ribadire «no» alla cava
In Conferenza dei Servizi l’ex Provincia se ne lava le mani e scarica la decisione sul Comune

Chiantore solo contro tutti per ribadire «no» alla cava
L'opposizione alla cava
Per il Comitato «No Cava» di San Bernardo il rinnovo della concessione alla Cogeis per avviare la coltivazione di materiale inerte in località Fornaci – in mezzo alle case – è inaccettabile. E dopo la Conferenza dei servizi, convocata lunedì scorso (21 luglio), i rappresentanti del quartiere hanno sollecitato la necessità di «atti istituzionali». Oltre a due esponenti del Comitato, all’incontro in Città Metropolitana c’erano i responsabili degli uffici tecnici comunali di Ivrea, il sindaco Matteo Chiantore e i consulenti della società eporediese. Sotto la lente del confronto le principali criticità già emerse dall’inizio della querelle nel gennaio scorso: la viabilità, la compatibilità acustica e la gestione delle acque meteoriche.
Le critiche del Comitato
«Nonostante le criticità e la documentazione carente, Città Metropolitana intende rilasciare parere favorevole – si legge nella nota stampa diffusa dai rappresentanti di quartiere all’indomani della Conferenza dei servizi – Durante i lavori è emersa con chiarezza la posizione eccessivamente remissiva della Città Metropolitana, pronta a procedere con il rinnovo nonostante la documentazione presentata dalla ditta proponente fosse gravemente carente e l’intero iter istruttorio non avesse ricevuto il necessario approfondimento – viene ribadito dal Comitato – La Città Metropolitana ha dimostrato scarsa disponibilità ad affrontare nel merito le criticità legate alla realizzazione della cava, preferendo un approccio di natura esclusivamente burocratica. L’ente metropolitano ha espresso un parere favorevole, limitandosi a richiedere alcune integrazioni senza porre condizioni vincolanti. Ancora più grave, ha sostenuto che non vi siano ostacoli procedurali, a meno che il Comune non decida di bloccare formalmente il procedimento, scaricando così tutte le responsabilità sull’amministrazione comunale. In particolare, ha demandato al Comune, con gli strumenti che gli competono in materia di viabilità e zonizzazione acustica, la responsabilità e la competenza per bocciare il progetto». Dal racconto del Comitato, «l’Ufficio tecnico del Comune di Ivrea si è limitato a fornire alcune precisazioni in merito alla documentazione prodotta in passato, senza tuttavia esprimersi sulle gravi problematiche e sugli impatti significativi che interessano il territorio cittadino, privilegiando dinamiche di autotutela piuttosto che posizioni chiare».
La posizione del sindaco
A prendere le parti del quartiere c’era solo il primo cittadino: «Il sindaco Chiantore, l'unica voce che ha ribadito con forza la necessità di riportare il dibattito su un piano di rigore istituzionale e responsabilità amministrativa, ha evidenziato le gravi lacune tecniche e ambientali del progetto - spiegano dal Comitato riportando così le sue dichiarazioni - Per formazione ed esperienza, ritengo che le istruttorie debbano accertare con rigore i presupposti e i requisiti necessari al rilascio di un’autorizzazione – le parole di Chiantore – In questo caso manca tutto: tracciati definitivi, soluzioni per la gestione delle acque meteoriche, chiarimenti sulla compatibilità acustica. La viabilità proposta è irrealizzabile: passa tra una casa centenaria e un’azienda che non concederà mai lo spazio necessario. Più che un’istruttoria, sembra uno scaricabarile verso il Comune». Non solo: «Il sindaco ha sottolineato come il contesto territoriale sia profondamente cambiato rispetto alla data della prima autorizzazione, rendendo oggi imprescindibile una maggiore attenzione alla vivibilità urbana, alla tutela ambientale e alla sicurezza – precisano i portavoce del quartiere – Ha inoltre ribadito con fermezza che, in assenza di soluzioni tecnicamente realizzabili e formalmente definite, non sarà possibile esprimere un parere favorevole. Alle osservazioni del sindaco riguardo a un'istruttoria ritenuta gravemente insufficiente, la Città Metropolitana ha risposto che, se si fosse trattato di una nuova procedura, non avrebbe rilasciato parere favorevole. Tuttavia, trattandosi di un rinnovo per il quale in passato il Comune di Ivrea aveva già espresso parere positivo, non possono far altro che confermare l'autorizzazione».
L'appello alla legge regionale
Il Comitato «No Cava» attraverso il comunicato diramato martedì (22 luglio), ribadisce con forza la propria ferma opposizione al progetto di rinnovo dell’autorizzazione alla cava di San Bernardo. «Il rinnovo deve attenersi rigorosamente alla legge regionale 23/2016, che all’articolo 19, comma 1, stabilisce che i rinnovi debbano essere trattati come nuovi rilasci, comportando quindi l’obbligo di effettuare tutte le valutazioni ambientali, urbanistiche e sanitarie previste – gli aspetti fondamentali sottolineati dal gruppo in calce alla nota stampa – La documentazione prodotta dalla ditta proponente appare gravemente lacunosa e inadeguata, ma nonostante ciò è stata accettata dalla Città Metropolitana senza alcuna verifica critica, eludendo l’analisi dell’impatto reale sul territorio e sulla popolazione locale». Infine, il Comitato prende atto con favore della posizione espressa dal sindaco di Ivrea durante la Conferenza dei servizi di lunedì: «Ma tale posizione deve ora tradursi in atti ufficiali e vincolanti da parte della Giunta e del Consiglio comunale, affinché la contrarietà al progetto si concretizzi in scelte amministrative chiare e trasparenti». Pur non avendo avuto voce attiva durante il confronto, il gruppo di cittadini continuerà a esercitare una vigilanza civica attenta, «chiedendo che ogni passo dell’iter sia guidato da legalità, trasparenza e tutela dell’interesse collettivo».