Leini

Chiusura del Capirone, Pittalis: "La Rsa non è più sostenibile"

Ma su modi e tempi del trasferimento degli anziani ancora nessuna certezza

Chiusura del Capirone, Pittalis: "La Rsa non è più sostenibile"
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Chiusura del Capirone, per il sindaco Renato Pittalis la storica Rsa di Leini non è più economicamente sostenibile. Ma i tempi per il trasferimento degli ospiti e la riconversione della struttura in Casa di comunità dell'Asl To4 non sono ancora stati definiti.

Chiusura del Capirone

Gli incontri organizzati dal primo cittadino con i familiari degli ospiti e i dipendenti della Rsa Capirone non hanno sopito dubbi e preoccupazioni maturati nei giorni scorsi sull’ipotesi di chiusura della struttura entro la fine dell’anno. Il sindaco Renato Pittalis ci ha messo la faccia presentandosi ai due appuntamenti appositamente organizzati all’interno della struttura di piazzale Padre Gianinetto. Incontri nei quali ha ribadito in modo chiaro due aspetti: i tempi di avvio dei lavori da parte dell’Asl TO4 per la creazione della Casa di Comunità non sono ancora definiti e sono gestiti dall’Asl e la Rsa attualmente non è più economicamente sostenibile. Il Capirone genera infatti, un buco di bilancio annuale di circa 300 mila euro. Ad oggi inoltre, necessiterebbe d’interventi di riqualificazione significativi (superiori al milione di euro) per poterla adeguare alle richieste di rinnovo dell’autorizzazione da parte dell’autorità sanitaria.

Una nuova struttura

Per questa ragione l’amministrazione comunale si è mossa per tempo nel chiedere alla Regione Piemonte l’autorizzazione ad aumentare il numero di ospiti accoglibili in una struttura completamente nuova. Residenza che dovrebbe sorgere nell’area verde posta tra il Poliambulatorio e campi di calcio, nella zona della Cittadella dello Sport. I nuovi 111 posti dovrebbero attirare anche un investitore, pronto a gestire la nuova Rsa. Operazione economica che potrebbe funzionare se non fosse che i tempi di realizzazione della nuova struttura potrebbero non collimare con l’intervento di trasformazione dell’attuale Capirone in un «ospedaletto». Ciò potrebbe ingenerare il trasferimento degli anziani in altre strutture della zona e lo spostamento dei lavoratori della cooperativa Nuova Assistenza in altre strutture, sempre che ci siano posti sufficienti.

Le parole dell'avvocato

«Nell’incontro con il sindaco – dice l’avvocato Lucia Grosso, familiare di uno degli ospiti – abbiamo assistito al maldestro tentativo di giustificare l'operato dell'amministrazione. È emersa ancora di più la mancata valutazione preventiva degli effetti che la chiusura del Capirone avrà su tutta la popolazione leinicese che di fatto non avrà un servizio fondamentale sul territorio per chissà quanti anni. Dal momento che la costruzione della tanto decantata nuova Rsa non è partita né si sa quando (e se) potrà iniziare. Il sindaco non ha potuto rassicurare nessun parente circa il luogo di trasferimento degli attuali ospiti, le rette, le modalità di inserimento perché tali aspetti sembrano non essere stati presi in considerazione al momento dell'effettuazione delle scelte del Comune e sono tuttora oggetto di valutazione. Nessuno è contrario al sorgere di una Casa di comunità nel territorio leinicese – aggiunge l’avvocato - ma questo non può avvenire eliminando di fatto un servizio fondamentale per tutta la popolazione per un periodo indeterminato di tempo. Soprattutto ciò non può avvenire sulla pelle di persone anziane fragili che subiranno un danno alla salute psicofisica enorme e sul personale che fino a poco tempo fa chiamavamo angeli, ai quali è doverosa tutta la nostra riconoscenza. Speriamo che l'amministrazione tenga in considerazione le problematiche che abbiamo evidenziato – conclude Grosso - e che forse non si erano tenute in considerazione prima».

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