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Crisi Idrosapiens, ora si parla di cassa integrazione

Marco Femia (Fiom Cgil): «L’obiettivo resta trovare un compratore che acquisti l’azienda e tenga i lavoratori»

Crisi Idrosapiens, ora si parla di cassa integrazione
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Crisi Idrosapiens, ora si parla di cassa integrazione. Marco Femia (Fiom Cgil): «L’obiettivo resta trovare un compratore che acquisti l’azienda e tenga i lavoratori»

Crisi Idrosapiens

Piccolo ma significativo passo in avanti nella trattativa tra sindacati e il liquidatore della Idrosapiens. Nell’incontro tenutosi venerdì scorso, 2 febbraio, presso l’Unione Industriali di Torino pur non essendo ancora emersa l’individuazione di un compratore, si è almeno parlato di cassa integrazione. Ammortizzatore sociale che l’azienda sarebbe pronta ad attivare per aiutare i 48 lavoratori ufficialmente licenziati. «Il fatto che oggi si parli di cassa integrazione e non di licenziamento è già un aspetto positivo - spiega Marco Femia di Fiom Cgil. Il nostro obiettivo rimane comunque individuare un compratore che acquisti l’azienda e tenga i lavoratori. Stiamo lavorando per questo ma ci vuole tempo. Nel frattempo era nostra premura arrivare almeno alla richiesta della cassa integrazione. Ora bisognerà attivare un tavolo tecnico in Regione».

La questione in Regione

E proprio in Regione nella giornata di ieri, martedì 6 febbraio, c’è stato un presidio sotto la sede del Consiglio Regionale, in via Alfieri a Torino. Il consigliere regionale del Movimento 5Stelle Sarah Disabato ha posto una question time all’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino. «Il 15 febbraio dovremmo avere un incontro al Ministero per discutere una bozza d’intesa per l’attivazione degli ammortizzatori sindacali», aggiunge Femia. Nel frattempo nella mattinata di lunedì 5 febbraio, le rappresentanze sindacali sono state accolte dal sindaco Renato Pittalis. «Il primo cittadino – afferma Femia – è stato molto cortese e solerte nel rendersi disponibile, anche a nome dei sindaci dei comuni di residenza dei dipendenti che lavorano alla Idrosapiens, ad attivare un tavolo tecnico e qualsiasi altra iniziativa necessaria per aiutare a giungere ad una soluzione positiva di questo stato di crisi».

Lo spettro del licenziamento

La data di termine delle attività, fissata per il 3 aprile, rimane comunque ferma e uno spettro per i lavoratori. Sulla vicenda interviene anche la segretaria locale della Lega Sara Garino: «Stiamo seguendo attentamente l’evoluzione del tavolo di crisi – dice. La scorsa settimana ho menzionato l’insorgenza di questa criticità in occasione della pre-riunione della rete di addetti scientifici e spaziali del Ministero degli Affari Esteri, consesso nazionale nel corso del quale si è per l’appunto anche dibattuta la centralità delle nostre attività produttive nei processi di avanzamento tecnologico. Seguiremo a monitorare la situazione anche attraverso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy».

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