Dai fondi del Pnrr in arrivo 500 milioni di euro sul Canavese
Mentre il Governo si chiede come spendere la seconda tranche dei fondi europei, ecco nel nostro territorio cosa il Piano di resilienza lascerà in «dote» alle generazioni future
Dai fondi del Pnrr in arrivo 500 milioni di euro sul Canavese. Mentre il Governo si chiede come spendere la seconda tranche dei fondi europei, ecco nel nostro territorio cosa il Piano di resilienza lascerà in «dote» alle generazioni future.
500 milioni di euro sul Canavese
Partiamo da un dato complessivo, da contestualizzare: il Canavese (nello specifico, 50 comuni nell’area compresa tra Eporediese e Ciriacese) sarà interessato da 86 progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per i quali sono stati assegnati in totale oltre 500 milioni di euro. Si tratta di numeri messi a disposizione della Regione Piemonte su un apposito portale online, che offre un quadro dettagliato della ripartizione dei fondi su tutto il territorio regionale.
La ripartizione
Per quest’ultimo il Pnrr ha stanziato circa 6 miliardi di euro, di cui 4 già assegnati; l’Ente regionale gestisce in maniera diretta oltre 1,1 miliardi di euro destinati a 851 progetti, suddivisi in sei missioni. In generale 693 milioni di euro serviranno a finanziare lavori e 432 milioni servizi e forniture; più in particolare, e sulla base delle sei missioni, sono stati stanziati 75 milioni per digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, 250 milioni per rivoluzione verde e transizione ecologica, 140 milioni per infrastrutture per una mobilità sostenibile, 15 milioni per istruzione e ricerca, 15 milioni per inclusione e coesione, 560 milioni per la salute. Inoltre, per interventi la cui realizzazione avviene in un Comune, o un insieme di comuni, si stimano circa 198 mila euro per la sola provincia di Torino.
Ricaduta diffusa sul territorio regionale
Molti interventi hanno invece una ricaduta diffusa su tutto il territorio regionale, dal momento che riguardano ad esempio il potenziamento delle strutture sanitarie o ferroviarie, l’aggiornamento delle competenze del personale pubblico, l’ammodernamento degli strumenti tecnologici o il miglioramento strutturale degli edifici. Sono elementi da tenere in conto volendo stilare una “classifica” della ricaduta stimata dei progetti Pnrr in area canavesana. Considerando che la stima della ricaduta territoriale, come calcolata dalla Regione, non corrisponde all’importo di un finanziamento erogato ai singoli comuni, ma è un parametro riferito all’”impatto” che i progetti anche sovracomunali e regionali hanno sui territori (in proporzione anche alla popolazione), una graduatoria di questo tipo pone Volpiano al primo posto, con oltre 4,2 milioni di euro di ricaduta stimata. Il podio è completato da Rivarolo (3,8 milioni) e Cuorgné (3,1 milioni), seguite da Leini (2,6 milioni), Castellamonte (2,1 milioni), e poi da tutti i centri di dimensioni inferiori. Come è facile immaginare, le ricadute minori si hanno nei paesi di montagna, più distanti dalle città e con popolazione molto bassa. In questo senso all’ultima posizione assoluta troviamo Valprato Soana, dove i progetti Pnrr presentano un impatto stimato di soli 18 mila euro.
In linea con i dati regionali, tali interventi hanno a che fare in buona parte con il potenziamento della sanità pubblica (tema quantomai attuale): si pensi ad esempio agli ospedali e alle case di comunità a Castellamonte, Rivarolo e Leini. Un elemento che potrebbe fornire l’occasione propizia, dati gli ingenti fondi a disposizione, per il tanto atteso rilancio della sanità canavesana.