Disagio abitativo in Canavese, i comuni sotto osservazione
Il consigliere metropolitano e sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza: "Occorrono politiche integrate per incrementare l’offerta di case in affitto a canoni sostenibili"
Disagio abitativo in Canavese, tra i comuni sotto la lente di ingrandimento di Città Metropolitana anche Cirié, Borgaro, Cuorgné, Ivrea, Leini, Rivara e San Giorgio.
Disagio abitativo in Canavese
Ci sono anche comuni canavesani (sia della zona del Canavese Occidentale, sia dell'Eporediese e del Ciriacese) tra i centri posti sotto la lente di ingrandimento dell'Osservatorio Abitativo Sociale della Città Metropolitana e della Regione Piemonte per condurre uno studio sul disagio abitativo. Si tratta di Cirié, Borgaro, Cuorgné, Ivrea, Leini, Rivara e San Giorgio. L’emergenza casa, specie quando si accompagna a disagio economico e abitativo, è un problema molto sentito in tutta Italia, e che si acuisce in particolare nei grandi centri urbani e nelle città metropolitane. 32 comuni della Città Metropolitana sono stati oggetto di uno studio dal titolo “Le questioni aperte intorno alla casa sociale”, presentato in un convegno il 4 luglio 2023 al fine di affinare le strategie di pianificazione e le scelte politiche.
Occorrono politiche integrate
Lo studio, che si riallaccia a un analogo lavoro realizzato nel 2014 e che aveva preso in esame 14 Comuni, “ è chiaramente un punto di partenza” ha detto nei saluti il consigliere metropolitano con delega alla pianificazione e sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza , ricordando che “la pianificazione territoriale della Città metropolitana è articolata in Piano territoriale di coordinamento, il Piano territoriale generale metropolitano e il Piano strategico, e che ciascuno di questi documenti mostra particolare attenzione alle tematiche di inclusione e coesione sociale, declinandole su precisi obiettivi e strategie per favorire la realizzazione di quote di edilizia sociale nei comuni con maggior fabbisogno, nella convinzione che occorrano politiche integrate , ad ogni livello di governo del territorio, per incrementare l’offerta di case in affitto a canoni sostenibili”.
“La questione è da anni sempre la stessa” aggiunge la consigliera alle politiche sociali della Città metropolitana di Torino Valentina Cera “abbiamo un patrimonio di edilizia popolare vetusto e una richiesta sempre maggiore a cui si aggiunge la necessità di non consumare ulteriormente suolo. Bisogna contemperare le esigenze, gli interessi e i diritti di tutte le persone, la possibilità di intervento delle istituzioni, perciò lavorare insieme per andare nella direzione corretta. È un percorso sfidante e la sfida è certamente difficile: ma occorre farsi guidare da idee che siano come stelle polari, e il diritto alla casa è certamente una stella polare”.
Verso tavoli di confronto
Emerge su tutti i territori, non solo dai dati emersi ma anche da parte dei Comuni che sono intervenuti al convegno portando la loro esperienza, che il disagio abitativo si accompagna, anzi spesso è subordinato, al disagio e economico e sociale e che occorre intervenire tanto su questi quanto sulla disponibilità di alloggi. Le molte questioni sollevate dallo studio, non resteranno lettera morta: il prossimo passo sarà dare avvio a dei tavoli di confronto con tutti gli attori istituzionali interessati per individuare innovazioni, modifiche, convergenze che consentano di migliorare le scelte e le strategie di contrasto al disagio abitativo.