I Patti di collaborazione sono realtà
Approvato dal Consiglio comunale il regolamento che disciplina la cooperazione tra cittadini e Amministrazione
I Patti di collaborazione sono realtà a Leini. Il Consiglio comunale ha infatti approvato il regolamento che disciplina la cooperazione tra cittadini e Amministrazione.
I Patti di collaborazione
I Patti di collaborazione sono realtà. Nell’ultima seduta di consiglio comunale, l’assemblea ha approvato il regolamento che disciplina la cooperazione tra cittadini e Amministrazione comunale, per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa di beni comuni. La proposta di collaborazione potrà essere avviata su iniziativa dei cittadini o su sollecitazione dell'Amministrazione comunale.
«Con questo disciplinare – spiega il capogruppo di maggioranza Ezio Navilli che ha seguito dall’origine tutto l’iter che ha portato all’adozione di questo strumento di collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale – abbiamo cercato di normare tutti gli aspetti possibili. Sarà poi l’esperienza e l’avvio delle prime forme di cooperazione che potranno portarci ad ampliare o a modificare il documento che regola questa forma di patto di sussidiarietà tra cittadini attivi e l’ente locale».
Un nuovo strumento
Il Patto di collaborazione è lo strumento con cui comune e i leinicesi definiranno tutto ciò che sarà necessario al fine di realizzare degli interventi di cura, gestione condivisa e rigenerazione di beni comuni, materiali e immateriali. In generale, l’ente locale metterà a disposizione gli strumenti tecnici, la formazione e le coperture assicurative mentre i cittadini, in forma associata o anche individuale, il tempo e l’idea. In sostanza, il Patto di Collaborazione prevede azioni di riqualificazione o manutenzione di aree, spazi e strutture comunali sui quali i singoli o gruppi di cittadini decidano di impegnarsi e dedicare, in forma gratuita, il loro tempo e il loro lavoro. Il regolamento e la modulistica per proporre Patti di Collaborazione saranno reperibili in una pagina dedicata pubblicata sul sito istituzionale del comune. «Per ogni Patto dovranno essere prima di tutti individuati gli obiettivi – spiega Navilli – l’interesse generale, le risorse da impiegare, la responsabilità e la durata. Non saranno esclusivi perché anche più di un cittadino potrà chiedere di collaborare con il comune nella gestione di un bene o nell’organizzazione di un servizio».
Il principio di sussidiarietà
Allo stato attuale sono 300 i comuni italiani che hanno stabilito un regolamento sui Patti di collaborazione. Il primo fu Bologna. Oltre a Torino, in provincia ci sono realtà come Chivasso, Chieri e Collegno che hanno già un disciplinare. «Uno dei principi guida di quest’iniziativa è la “sussidiarietà”. I Patti di collaborazione nascono infatti dalla volontà di dare attuazione al comma 4 dell’art. 118 della Costituzione – aggiunge Navilli. Ed è in questo alveo normativo che ci muoviamo e con questo spirito in comune andremo a creare un ufficio apposito che valuterà le proposte e ad ogni domanda dovrà essere data risposta entro 15 giorni. L’ufficio avrà poi l’onere di supportare i cittadini proponenti a mettere in atto il loro progetto. Dei proponenti dovrà anche valutarne capacità, competenze e definire i tempi e i modi di verifica di esecuzione. È sensato che i primi progetti saranno proposti dall’amministrazione. Se si partirà con lo spirito giusto, credo che se ne attiveranno diversi. C’è solo bisogno di dare spazio alla fantasia e alla volontà».