Il Comitato per la Sanità Pubblica provoca: "Precettiamo tutti i medici"
Il gruppo guidato da Riccardo Tessarini torna a esprimersi contro l’uso dei gettonisti
Il Comitato per la Sanità Pubblica provoca con una proposta radicale: "Precettiamo tutti i medici".
Il Comitato per la Sanità Pubblica
Precettare tutti i medici per far funzionare la sanità pubblica. È questa l’idea lanciata dal Comitato per la Sanità pubblica, nato due anni fa per arrivare alla riapertura del Pronto Soccorso di Cuorgnè. Nei giorni in cui in Canavese si discuteva il caso del medico arrivato al Pronto soccorso di Cuorgnè e che alcuni anni fa fu oggetto di un servizio del noto programma televisivo "Le Iene", il Comitato aveva evidenziato di prendere atto che l’inchiesta sul medico in questione fosse stata archiviata e lui fosse titolato a gestire i turni. «Ma il problema vero - evidenziava poi Riccardo Tessarini, portavoce del Comitato - è una gestione della sanità pubblica, da parte della Regione Piemonte e, a cascata, delle direzioni Asl, in contrasto con il bene della salute dei cittadini». Quindi spiegava che l’uso dei medici gettonisti, pagati a turno, la riteneva equivalente a uno sperpero di risorse pubbliche.
Proposta radicale
Ecco quindi la proposta, pubblicata anche sui canali social ufficiali del comitato: «Siccome la Sanità Pubblica versa in uno stato da calamità naturale la risposta deve essere forte, inequivocabile e decisiva. La precettazione di tutti i medici per otto ore al giorno, nel limite dell'orario settimanale. Prima viene la sanità pubblica poi, se ai medici rimane tempo ed energie, l’impegno privatista». Un'idea sicuramente radicale, forse più una provocazione piuttosto che una vera e propria proposta praticabile, stante che la precettazione, nell’ordinamento italiano, vige come contrappeso del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e non come limitazione alla libera impresa. Una proposta, però, che evidenzia una certa filosofia politica, e sociale, che vede il settore pubblico come l’unico realmente titolato a dare servizi in alcuni settori, quale, appunto, quello della sanità.
Gettonisti: problema o soluzione?
Una visione molto diversa da quella portata avanti, ad esempio, dal Gruppo Medical Line Consulting, l’azienda che fornisce il personale medico proprio al Pronto Soccorso di Cuorgnè. «Spesso si critica l’uso dei gettonisti - spiega Alessandro Astorino, portavoce dell’azienda -, ma attualmente i medici mancano. Forse nei prossimi anni la situazione si normalizzerà, ma fino ad allora cosa si fa?». Astorino ricorda che, giustamente, anche i territori periferici pretendono i servizi per la salute, ma se attualmente l’Università non riesce a formare abbastanza professionisti cosa si fa? «Importiamo medici dall’estero, magari da regimi dove non vi è libertà?». Ecco quindi l’uso di professionisti privati che devono essere pagati. «Quello che manca sono norme precise che regolamentino questo settore. Norme che stiamo aspettando dal Governo».