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Ivrea riapre il varco di pace per Beit Ummar e lancia una raccolta fondi in aiuto della città

L’appello per sostegni materiali e logistici, ma soprattutto per poter disporre di un’ambulanza

Ivrea riapre il varco di pace per Beit Ummar e lancia una raccolta fondi in aiuto della città
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Ivrea riapre il varco di pace per Beit Ummar e lancia una raccolta fondi in aiuto della città.

Ivrea riapre il varco di pace per Beit Ummar

Ivrea nel pomeriggio di lunedì (22 luglio) ha incontrato, in videoconferenza, i rappresentanti della città palestinese di Beit Ummar (in Cisgiordania). E l’Amministrazione comunale Chiantore ha contemporaneamente promosso un tentativo di raccolta fondi da destinare alla popolazione. L’iniziativa nasce dall’approvazione, lo scorso 14 giugno, di una mozione in Consiglio comunale chiedendo al Governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina e all’esecutivo guidato dal sindaco Matteo Chiantore di riaprire un canale di comunicazione con Beit Ummar, città «gemellata» con Ivrea già nel 2002, attraverso il progetto «Varco di Pace» con l’obiettivo di manifestare solidarietà alla popolazione palestinese, duramente colpita dalle tensioni che si erano create con la Seconda Intifada e la conseguente reazione militare Israeliana, e di stringere legami con i movimenti pacifisti israeliani. Da remoto hanno partecipato all’incontro l’attuale sindaco di Beit Ummar e il rappresentante della precedente amministrazione. Presenti in sala consiliare oltre a Chiantore, gli esponenti della sua Giunta, e alcuni consiglieri comunali di Ivrea. Per la minoranza c’era Massimiliano De Stefano (Azione-Italia Viva).

La situazione presentata dal sindaco di Beit Ummar

Il sindaco di Beit Ummar ha illustrato la situazione in cui versa la popolazione della sua città, delle difficoltà a spostarsi da una parte all’altra, delle condizioni delle strade, degli accessi alla città (3 chiusi ed uno aperto). Ha affermato che non ci sono più organizzazioni internazionali ad aiutarli. Prima erano presenti quelle degli Stati Uniti, della Norvegia e Medici senza frontiere. «A noi servono aiuti materiali e logistici, ma la prima necessità è una ambulanza - il suo appello - Servono anche mezzi per trasportare l'acqua potabile perché adesso abbiamo l'acqua solo per tre giorni alla settimana. Poi  ci servirebbero dei parchi gioco per i bambini».

Gli interventi di Sertoli e Chiantore

Tra gli interventi seguiti, quello dell’ex sindaco di Ivrea, Stefano Sertoli, affermando la necessità di sensibilizzare tutti i cittadini a lottare per la pace fra popoli. Ha anche raccontato di essere una «persona non gradita» per il governo israeliano per aver fotografato in passato, durante un viaggio di lavoro, un’area militare nel deserto del Negev, dove si sospettava fosse in fabbricazione la bomba atomica. Il sindaco Chiantore ha chiesto ai palestinesi di scambiarsi i contatti per cercare di capire quale è la situazione e cosa si può fare per aiutare la popolazione: «Abbiamo promosso anche un tentativo di raccolta fondi che inizia in questo momento – ha spiegato - In quale modalità e con quali mezzi oggi è difficile saperlo, dovremmo capirne qualcosa di più».

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