La «capitale» della Valle non affascina più: Pont perde residenti e attività commerciali
Da anni tutti gli indicatori hanno il segno «meno» davanti: bisogna invertire la tendenza
La «capitale» della Valle non affascina più: Pont perde residenti e attività commerciali. Da anni tutti gli indicatori hanno il segno «meno» davanti: bisogna invertire la tendenza
La «capitale» della Valle non affascina più
C’era una volta Pont Canavese, un fiorente paese di fondovalle, crocevia e punto di riferimento delle vallate del versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sede di due importanti realtà industriali e di numerose attività commerciali. C’era una volta, ma ora non c’è più e, anno dopo anno, la «crisi di identità» del paese si va sempre più aggravando.
Pont perde residenti
Lo confermano gli ultimi dati demografici del paese, che «fotografano» e indicano un segno «meno» che appare ormai costante da diversi anni e probabilmente irreversibile, ma anche l’impoverimento del tessuto commerciale e dei servizi. Abitanti ancora in calo nel 2022: ora sono 3.047, con la perdita nell’ultimo anno di 54 residenti e un picco negativo di 11 nuovi nati (nel 2021 erano 15), a fronte di 65 decessi (stesso numero del 2021). L’invecchiamento della popolazione è certificato dai numeri: a fronte di 307 abitanti con meno di 14 anni, ce sono ben 833 che superano i 65 anni. Anche il saldo migratorio quest ’anno diventa negativo: se nel 2012 si contavano 111 immigrati, a fronte di 105 emigrati, nel 2022 si sono registrati 92 immigrati e 102 immigrati. Un paese, dunque, che non cresce e che non attrae nemmeno nuovi residenti, nonostante la fuga dalle città e il ritrovato interesse verso i piccoli centri, diventata ormai una tendenza consolidata dopo la clausura forzata imposta dal «lockdown».
...e anche attività commerciali
Se il responso dell’anagrafe risulta impietoso, a destare preoccupazione è anche il bilancio sempre più in perdita sul fronte dei servizi e del commercio locale, anche nelle aree di punta del centro. Nella centralissima piazza Craveri, dopo la chiusura della filiale Intesa San Paolo, negli ultimi mesi hanno abbassato le serrande anche la trattoria e la pizzeria che si affacciavano sulla piazza, facendo segnare un record negativo di offerta nel settore della ristorazione, che pur colpito duramente dall’emergenza Covid, in paese aveva sempre registrato una buona tenuta. La crisi commerciale di Pont, ormai drammaticamente evidente da anni nella storica via Caviglione - dove fino a pochi decenni fa erano presenti decine di negozi, ora ridotti a tre o quattro - si va estendendo quindi a tutto il centro storico. A peggiorare la situazione, sul versante commerciale e turistico, contribuiscono probabilmente anche due sfortunate circostanze: la chiusura della strada di via Rogge investita dalla frana e la chiusura per manutenzione della Ferrata di Sarro.
Prospettive poco floride
E le prospettive non sono rosee. Si fanno sempre più concrete infatti le voci di una imminente chiusura della sede di un’autoscuola: un altro servizio che viene meno. Pont rischia così di diventare un paese con un glorioso passato, ma con un futuro sempre più difficile da inventare. Una situazione simile ad altri piccoli paesi limitrofi, ma che nel caso di quella che un tempo era considerata la “capitale delle valli” salta ancora più all’occhio.