diritti negati

La denuncia di Giuseppe: "Con la mia motocarrozina per disabili sui treni non posso salire"

Tutta colpa di una legge del 1989 che stabilisce le dimensioni dei mezzi di locomozione che possono accedere ai convogli: 1 metro e 20 di lunghezza e 200 chili di peso.

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La denuncia di Giuseppe: "Con la mia motocarrozina per disabili sui treni non posso salire". Tutta colpa di una legge del 1989 che stabilisce le dimensioni dei mezzi di locomozione che possono accedere ai convogli: 1 metro e 20 di lunghezza e 200 chili di peso.

La denuncia di Giuseppe

«La legge nazionale che impedisce ai disabili come me di viaggiare sui treni va cambiata». E’ la richiesta di Giuseppe Borghese, 32 anni, residente a Rivarolo e componente del Comitato Pendolari Sfm1. Il caso di Giuseppe è uno di quelli in cui viene messo in discussione un diritto: l'autonomia di un soggetto fragile. A spiegare il perché è lo steso protagonista.

Una legge vecchia del 1989

Il riferimento è alla normativa sull'accesso sui mezzi pubblici, del 1989, che stabilisce le dimensioni dei mezzi di locomozione che possono accedere ai convogli: 1 metro e 20 di lunghezza e 200 chili di peso. Troppo scarsi, a parere di Borghese, per i nuovi dispositivi a disposizione di persone come lui: «Il mio veicolo è lungo, ma ormai non esistono più carrozzine da un metro e 20, arrivano tutte a 1 metro e 30 centimetri, come minimo. I treni moderni presentano delle pedane con cui si può agevolmente salire a bordo. Inoltre, gli ingegneri hanno progettato degli spazi più larghi, non paragonabili a quelli degli anni '80. È vero, potrei usare una carrozzina tradizionale ma sarebbe umiliante. Questa mobile conferisce al sottoscritto e tante altre persone, la completa indipendenza. Al contrario, per una legge ingiusta, mi sono visto costretto a cancellare dodici viaggi, di cui la metà per visite mediche. Qualche tempo fa ho scritto anche al vice premier Matteo Salvini per portare la problematica alla sua attenzione».

Più corse in fascia serale

Borghese, inoltre, solleva un'altra questione, sentita dalla maggior parte dell'utenza, quello degli orari dei treni per le corse fino a Torino e chiede che le corse dalle 18 in poi vengano potenziate. Parla a nome del Comitato Pendolari Borghese e solleva il problema che affligge molti cittadini del territorio che usufruiscono della Sfm1 anche per andare fuori città, magari per le vacanze.
A rispondere è l'assessore alle politiche sociali e ai trasporti di Rivarolo Michele Nastro: «Il modello attuato prima dai gestori era cadenzare le corse ogni mezz'ora, negli orari di maggiore affluenza. Purtroppo risulta difficile modificare l'orario, in quanto regolato con quello dei treni regionali che si fermano a Settimo».

L'articolo completo su Il Canavese ed. Rivarolo in edicola questa settimana.

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