Ceresole Reale

«La mia nomina segno del cambiamento», l'intervista al neopresidente del Parco del Gran Paradiso Mauro Durbano

"Piena disponibilità da parte mia a collaborare con tutti, ora è tempo di lavorare e progredire insieme"

«La mia nomina  segno del cambiamento», l'intervista al neopresidente del Parco del Gran Paradiso Mauro Durbano
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«La mia nomina segno del cambiamento», l'intervista al neopresidente del Parco del Gran Paradiso Mauro Durbano.

Mauro Durbano neopresidente del Parco del Gran Paradiso

Nelle scorse settimane è giunta la nomina ufficiale di Mauro Durbano a Presidente del Parco Nazionale Gran Paradiso, tra l’altro il più giovane nella storia dell’Ente, anzi  il più giovane presidente di Parco Nazionale d'Italia secondo Federparchi: “Non mi sento così giovane a 37 anni!” ha risposto il neo Presidente “l’età anagrafica in fondo è un numero: si possono avere ottime idee a 37 anni e pessime a 65 o viceversa, è soggettivo, ma ovviamente sono fiero di questo primato, nel mio piccolo, diciamo, che ho fatto un pezzettino di storia, sicuramente la mia nomina è stato un segno di cambiamento, hanno creduto nel ricambio generazionale, cosa che nel nostro Paese non è così scontata”.

Ricucire i rapporti

Non potevamo, certo, esimerci dal chiedere come pensa di ricucire i rapporti con gli amministratori che a suo tempo hanno osteggiato la sua candidatura “come ho già detto anche durante l’audizione alla Camera, c’è piena disponibilità da parte mia a collaborare con tutti, per me questa è una questione chiusa, ora è tempo di lavorare e progredire insieme.” Si respira insomma un positivo clima di distensione, da entrambi i versanti del Parco, probabilmente la nomina ufficiale ha ricondotto tutti a miti consigli, ma l’attenzione non può non focalizzarsi in particolare su Ronco Canavese “è stato un piacere inaugurare insieme al Sindaco Lorenzo Giacomino il workshop Re-cuivre – La rinascita del rame, patrocinato dal PNGP” ma non manca certo una piccola stoccata finale per chiudere la questione “ho già detto che il mio animale preferito nel Parco è il gipeto che pur essendo per natura un animale spazzino, per anni è stato sterminato in quanto soprannominato il “cacciatore di agnelli”, ecco uno che massacrano senza neanche conoscerlo, non può che starmi simpatico”.

Si lavora per il futuro

Ora parliamo di obiettivi e prospettive per il futuro, il Parco ha compiuto 100 anni da poco cosa ci si aspetta per gli altri cento a venire? “E’ fondamentale continuare con la mission di conservazione e ricerca che da sempre è il cuore dell’Ente, ma mettendo a sistema una sostenibilità anche economica, che sia motore di sviluppo per le comunità che nel Parco ci vivono” è scontato a tal proposito parlare di turismo green la nuova sfida per il futuro nei notri territori “abbiamo a portata di mano un brand internazionale, ora tocca a noi essere bravi con la comunicazione e sicuramente ci sarà da lavorare su quello, ma soprattutto dovremo essere bravi a mandare messaggi mirati che colpiscano il giusto target di turismo, focalizzandosi sulle migliori strategie di promozione e valorizzazione in Italia e nel sistema mondo”.

Il trasferimento delle sedi

E’ scontato anche rispolverare la questione vertente sul trasferimento delle sedi del Parco “Tra gli obiettivi in agenda ci sarà anche il trasferimento delle sedi nei Comuni del Parco, si tratta però di un processo legislativo che non dipende direttamente da noi, ma sarà mia premura ispirare e seguire il processo anche a livello ministeriale”. Insomma le premesse per fare un buon lavoro ci sono tutte, le idee non mancano, così come l’entusiasmo e nell’acchetarsi delle polemiche si può pensare a rimboccarsi le maniche insieme nell’interesse dell’Ente e di tutti i soggetti coinvolti nella sua gestione e promozione.

“Vorrei ringraziare il Ministro Pichetto Frattin e il Presidente Cirio per la fiducia accordatami, e tutti coloro che mi hanno sostenuto, sicuramente non è mancato un supporto politico, molto criticato, ma sono lieto che anche durante le audizioni non siano stati messi in dubbio le mie competenze e la buona volontà. Ricordo anche con affetto Angelo Burzi che per primo, in tempi assolutamente non sospetti, mi aveva detto che il ruolo di Presidente del Parco mi sarebbe calzato a pennello”.

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