L'alveo dell'Orco è ancora un "bosco", ma per la Regione il problema non c'è
Nessuna manutenzione prevista al letto del torrente nei pressi delle Gave
L'alveo dell'Orco è ancora un "bosco", alle Gave delusi dalla Regione per il mancato intervento di manutenzione.
L'alveo dell'Orco
La recente alluvione in Toscana porta inevitabilmente, e ancora una volta, al centro dell’attenzione il tema del rischio idrogeologico. A livello nazionale tanto quanto locale. Ma, per quanto riguarda il torrente Orco a Rivarolo, secondo la Regione Piemonte il problema sostanzialmente non sussiste. Facciamo qualche passo indietro: era ottobre 2022 quando Il Canavese, grazie alla segnalazione di un residente in Regione Gave a Rivarolo, Massimo Paolini, aveva messo in luce lo stato problematico del letto dell’«Eva d’or». Causa siccità, infatti, là dove in condizioni normali passa il corso d’acqua erano cresciuti numerose piante e arbusti a costituire un evidente ostacolo. Un vero e proprio “bosco” dentro al fiume: materiale che, una volta ripresa la portata naturale del torrente, rischiava seriamente di fare da “tappo”, portando a conseguenze disastrose per le zone circostanti.
La richiesta alla Regione
A fine novembre dello stesso anno il Comune di Rivarolo (proprio in seguito a tali segnalazioni) aveva quindi scritto alla Regione Piemonte, chiedendo se non fosse il caso, vista la situazione, di mettere in campo interventi mirati di manutenzione dell’alveo dell’Orco e messa in sicurezza del tratto a monte dell’attraversamento della Sp 222. Risposta breve: no. Risposta articolata (quella fornita dagli uffici regionali): nei sopralluoghi condotti in data 31 agosto 2022 in località Camagnino e 21 dicembre 2022 a nord di frazione Vesignano non sono state osservate situazioni tali da imporre misure di pronto intervento regionale a tutela della pubblica incolumità. Ciò sulla base del fatto che «nell’alveo di magra e nell’area boscata subito a margine non sono presenti accumuli di piante morte e sradicate facilmente mobilizzabili da una corrente di piena che debbono essere rimosse con celerità per garantire il buon regime delle acque», e che «lo stato di erosione che interessa la sponda destra ha coinvolto spazi di campagna distali dai nuclei abitati e della frazione Vesignano nonché privi di una rilevante fruizione pubblica».
Nessun intervento straordinario in programma
Conclusione: nessun intervento previsto oltre a quelli contenuti nel progetto del “Primo Programma Operativo del Piano di Gestione dei Sedimenti”, ovvero ritombamento di un tratto in forte erosione, realizzazione di un nuovo canale e ribassamento e risagomatura dell’attuale area di sfioro del ramo esistente. Insomma, per la Regione nessuna urgenza particolare in quella zona. Occorrerà ricordarsene se e quando qualcosa andrà storto