L’Emporio Solidale è realtà
Un nuovo spazio per i soggetti in difficoltà economica
L’Emporio Solidale è realtà
Il progetto
L’Emporio Solidale è realtà. La lunga trafila che ha portato dall’ideazione, alla sistemazione dei locali fino alla formalizzazione dell’affido degli spazi, è terminata. Mercoledì scorso il consiglio comunale ha approvato la convenzione per il comodato d’uso a Leini Live Ente del Terzo Settore dei locali siti nella palazzina ex-Avis di via Carlo Alberto. Sarà qui che il sodalizio renderà operativo l’emporio solidale, previsto nel progetto “Contaminazione di solidarietà” presentato dalla stessa associazione con partner istituzionali e del terzo settore, tra cui Croce Rossa Leini, Fondazione Comunità Solidale, Unione Comuni Nord Est Torino e Comune di Leini, e finanziato dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando B2 BenexBene.
«L’Emporio Solidale – ha spiegato il sindaco Renato Pittalis durante la seduta di consiglio comunale, spiegando le motivazioni della costituzione e la formalizzazione del progetto - è dedicato a coloro che ancora non sono in carico ai servizi sociali e che nell’Emporio Solidale troveranno la via verso la normalità, verso una serenità che va oltre il proprio momento di difficoltà, perché spesa significa casa, e poterla fare significa non avere il problema di mangiare e dar da mangiare ai propri cari. Da qui inizia un percorso, da qui inizia un processo di riabilitazione e di autonomia, ma soprattutto un percorso di ritorno al sociale e ad una vita normale, di emersione dalla palude del bisogno, grazie a tanti attori che costruiscono un ambiente sano e un circolo virtuoso della lotta alla povertà, ma anche allo spreco: associazioni, cooperative, scuole, insieme per generare un valore non economico, ma sociale».
L’Emporio Solidale diventa così una sorta di paracadute temporaneo per dare quel supporto momentaneo a periodi di non serenità di famiglie o single che per ragioni diverse si trovano in difficoltà oggettive. Difficoltà impreviste o imprevedibili ma che dopo un breve periodo tornano ad essere gestite e per cui i soggetti non hanno necessità di entrare in progetti più strutturati di bisogno così come quelli gestiti dai servizi sociali.