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L'ex chiesa di San Matteo sotto la lente d'ingrandimento

L'ex chiesa di San Matteo sotto la lente d'ingrandimento
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L’ex Chiesa di San Matteo sarà oggetto di una verifica dello stato di conservazione dei precedenti interventi di restauro e dell'umidità sulle pareti

Il Comune ha richiesto una relazione tecnica

L’ex Chiesa di San Matteo, nota ai caremesi come Cappella Suplin, finisce sotto la lente d’ingrandimento. L’amministrazione comunale ha infatti deciso di affidarsi a un professionista del restauro di beni immobili sottoposti a tutela affinché esegua una verifica dello stato di conservazione relativo ai precedenti interventi di restauro ed alla presenza di umidità di risalita lungo le pareti laterali e nell’abside in modo da ottenere una puntuale relazione tecnica. Relazione che permetterà di valutare la portata della problematica e un eventuale intervento. L’incarico è stato affidato all’ architetto Anna Crivello di Ivrea.

Negli anni scorsi un complesso intervento di restauro

La Chiesa di San Matteo, la cui datazione è incerta (sulla meridiana della facciata vi è riportata la data 1644) è appartenuta alla Confraternita del Santissimo Sacramento, che presiedeva e accompagnava i riti funebri. Sulla facciata romanica si trovano le decorazioni a goccia rovesciata tipiche del Medioevo valdostano. L’interno ha affreschi dell’Ottocento, mentre l’altare in stucco di malta e marmorino è del Seicento. Fortemente ammalorato dall’abbandono e dal trascorrere tempo, l’edificio è giunto ai giorni nostri in stato di fatiscenza. Per poterlo recuperare ed utilizzare per eventi e incontri pubblici, il Comune negli anni scorsi aveva eseguito un capillare intervento di restauro a cominciare dai lavori di consolidamento della struttura e in corrispondenza della muratura perimetrale della torre campanaria.

Fondamentali le opere di ancoraggio della struttura

In particolare, la ditta incaricata aveva introdotto nuovi incatenamenti ad integrazione di quelli esistenti per il contenimento delle spinte dell’arco trionfale e ancoraggi iniettati nello spessore della muratura in modo da costituire una cerchiatura globale del corpo principale della chiesa. Si tratta di un esempio significativo per la trattazione delle problematiche riguardanti gli ancoraggi iniettati nelle murature storiche, i quali hanno la funzione di preservare la cortina muraria esistente per la presenza di affreschi.

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