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Locana: Avvio dei cantieri del grande acquedotto Smat

Oggi l’inaugurazione, erogherà acqua di alta montagna a una cinquantina di Comuni del Canavese

Locana: Avvio dei cantieri del grande acquedotto Smat
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Locana: Avvio dei cantieri del grande acquedotto Smat.

L'inaugurazione

Oggi, il Ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, si è recato a Locana per inaugurare i lavori di costruzione dell'importante sistema idrico Smat nella Valle Orco. Questo progetto di "grande portata" è finanziato attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e avrà come obiettivo principale il trattamento delle acque provenienti dalle dighe del Gran Paradiso per renderle adatte al consumo umano. Una volta completata, questa infrastruttura fornirà acqua di alta montagna direttamente a circa 130.000 residenti in una cinquantina di comuni della regione del Canavese.

Smat ha impegnato una cifra straordinaria nel progetto: l'intero costo dell'opera raggiunge i 254,5 milioni di euro. Questo finanziamento è stato reso possibile grazie a 93 milioni provenienti dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) dell'Unione Europea, oltre a ulteriori 36 milioni stanziati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, nell'ambito del "Fondo per l'avvio delle opere indifferibili".

I lavori

I lavori, che dovranno concludersi entro novembre 2025, sono stati suddivisi in tre lotti: il primo è relativo alla realizzazione del potabilizzatore; il secondo ed il terzo per tutte le varie condotte che copriranno una distanza di circa 129 chilometri, oltre all’interconnessione con le reti comunali, per uno sviluppo complessivo di 140 chilometri di tubi. Importante la ricaduta sul territorio: un migliaio i nuovi posti di lavoro previsti, connessi alle fasi realizzative dell’opera ed alla gestione delle reti e degli impianti.

L'obiettivo primario consiste nell'assicurare un approvvigionamento idrico sicuro per i comuni della regione, sfruttando le preziose risorse idriche di alta qualità provenienti dalle dighe dell'Agnel, di Ceresole, Eugio, Serrù e Teleccio, con una capacità totale di 84 milioni di metri cubi. Queste risorse idriche, precedentemente utilizzate principalmente per generare energia nelle centrali idroelettriche, saranno ora rese disponibili per garantire una fornitura idrica stabile anche durante periodi di crisi, soprattutto in considerazione dei crescenti segnali del cambiamento climatico.

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