Nonostante le polemiche della vigilia i due marò Latorre e Girone hanno raccontato della loro esperienza
Dieci anni fa la tragica vicenda che li portò alla reclusione in un carcere indiano.
Nonostante le polemiche della vigilia i due marò Latorre e Girone hanno raccontato della loro esperienza.
Latorre e Girone ospiti a Cuorgnè
Alla fine si è tenuto domenica scorsa l’incontro organizzato dall’Associazione Paracadutisti del Canavese, che qualche polemica in città aveva sollevato nei giorni scorsi, con i Marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due militari che erano stati accusati dall’India di aver ucciso due pescatori e recentemente assolti. Tra il folto pubblico all’ex Manifattura di Cuorgnè anche molti rappresentanti di Associazioni d’arma, dalla Croce Rossa Militare ai Marinai, dai Vigili del Fuoco agli Alpini. Presente solo in video, invece, il giornalista Toni Capuozzo, risultato positivo al Covid, e che ha partecipato in videoconferenza.
Le polemiche della vigilia
Nei suoi saluti la sindaco Giovanna Cresto un "sassolino dalle scarpe" se l’è tolto: «Fin da piccola mi hanno insegnato che per avere un’opinione su un fatto occorre conoscerlo. Un modo di pensare forse non più di moda. Oggi per noi è l’occasione di conoscere questa vicenda raccontata da chi l’ha vissuta e da chi l’ha indagata».
L'abbraccio
La presentazione di Capuozzo è quindi stata all’insegna dell’affetto per i due militari. «Questa giornata rappresenta quanto avremmo voluto fare fin da quando sono tornati: un abbraccio». Ha quindi proseguito ricordando la forza dimostrata da Girone e Latorre «Hanno mostrato a tutti come si possano affrontare i momenti peggiori della propria vita con speranza e uscirne a testa alta».
Il racconto dei due marò
La resilienza, ma anche lo sconforto, sono stati i temi che hanno legato gli interventi dei due marinai. Dopo un rapido riepilogo della propria carriera hanno raccontato in modo semplice i sentimenti che hanno provato in questi dieci lunghi anni. Ha iniziato Latorre, che ha evidenziato come quando la vicenda è iniziata si siano ritrovati come in un "vortice", ma alla fine, la magistratura italiana (competente sul caso secondo l’arbitrato internazionale, Ndr) abbia non solo archiviato il caso, ma nelle motivazioni il Giudice ha esplicitamente evidenziato che non sono stati la causa della morte di nessuno. «E questo era per me importante, non solo come militare, ma anche come padre». Girone ha invece raccontato dei momenti di sconforto, di quella prima visita in carcere dei suoi famigliari e di lui che alle quattro del mattino ha guardato, attraverso le sbarre, piangendo, il loro aereo ripartire per l’Italia. Ha raccontato della paura che gli togliessero la divisa e del senso di impotenza: «La resilienza ha comunque un punto di rottura. Noi ne abbiamo avuti molti. Ma poi ci si rialza: eravamo nel giusto e alla fine… tutto torna».