Parco dei 5 laghi: disappunto dei sindaci contro le parole di Coldiretti
"Da 5 anni si discute di questa iniziativa: irrituale protestare ora".
Parco dei 5 laghi: disappunto dei sindaci contro le parole di Coldiretti. "Da cinque anni si discute di questa iniziativa: irrituale protestare ora".
Parco dei 5 laghi
Dura risposta dei sindaci di Borgofranco d’Ivrea, Cascinette d’Ivrea, Chiaverano, Ivrea e Montalto Dora contro le proteste alzate dalla Coldiretti per l'istituzione del Parco dei 5 Laghi. I Comuni, infatti, non hanno "digerito" il comunicato pubblicato dall'associazione.
"Trasparente e pubblico"
"In primo luogo -si legge nel comunicato di risposta - si fa presente che da circa cinque anni si discute in modo del tutto trasparente e pubblico sull’istituzione del Parco dei 5 Laghi di Ivrea e, in tutto questo tempo, in riunioni intercomunali, nei consigli comunali, nei media, nei social si è ampiamente dibattuto sulle caratteristiche costitutive del nuovo Parco. Mai, in questi cinque anni, Coldiretti ha portato a conoscenza dei cinque comuni la propria contrarietà e il farlo solo oggi con un Comunicato ai media senza interessare alcun referente istituzionale è quantomeno irrituale. Da oltre un anno è oltretutto in corso di attuazione un progetto Europeo denominato Spazio Alpino LUIGI, che ha il compito di valutare i servizi ecosistemici della futura area a Parco e che è stato ampiamente comunicato e condiviso anche attraverso iniziative e campagne fotografiche che hanno coinvolto tutti gli attori territoriali. Entrando poi nel merito delle motivazioni indicate per giustificare la propria contrarietà, riteniamo che tali motivazioni siano dovute alla non conoscenza del dossier di candidatura.
"Importante valore aggiunto"
"L’appartenenza al SIC - continua il comunicato - già da anni comporta vincoli e restrizioni che non verrebbero in alcun modo aumentati dalla presenza del Parco. E, inoltre, essendo l’area anche un’oasi faunistica (Oasi di Protezione n. 1 Ivrea - Cinque Laghi), la presenza del Parco non comporterebbe alcun nuovo divieto dal punto di vista della cacciagione (cinghiali compresi) essendo l’attività venatoria già vietata e quella di contenimento già normata ed attuata. Al contrario, anche gli agricoltori potrebbero averne vantaggi in quanto produrre beni enogastronomici all’interno di un Parco può dare un importante valore aggiunto come, ad esempio, per i prodotti marchiati del Parco del Gran Paradiso".
Aree coltivabili
"Ma oltretutto - concludono i sindaci - non capiamo quali gravi danni possano derivare alle coltivazioni quando nel perimetro individuato del Parco sono pochissime le aree coltivabili. Del Parco se ne parla fin dagli anni ’80 quando, non essendo ancora un’area SIC, la sua istituzione avrebbe comportato una serie di vincoli che bloccarono il progetto. Oggi le cose sono profondamente cambiate e il Parco non potrà che valorizzare il prodotto agricolo tutelato in un area già protetta, ma che viene ancora più evidenziata con l'istituzione a Parco".