pont canavese

Per l’intossicazione di Pasqua in chiesa, né querele né indagati

Si attende la relazione tecnica dei periti per capire cosa possa non aver funzionato

Per l’intossicazione di Pasqua in chiesa, né querele né indagati
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Per l’intossicazione di Pasqua in chiesa, né querele né indagati

Nessun indagato

Nessun indagato, per ora, e nessuna querela di parte presentata in Procura da coloro che sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari. Questa la situazione dell’inchiesta aperta - contro ignoti - che sta conducendo la Procura di Ivrea in merito a quanto accaduto alla vigilia di Pasqua nella chiesa di San Costanzo a Pont Canavese.

Su cosa abbia provocato l’intossicazione da monossido di una trentina di persone tra ragazzini e adulti all’interno del luogo di culto non è ancora dato a sapersi. A rendere più chiaro il quadro sarà la relazione tecnica dei Vigili del Fuoco, che non è ancora arrivata sulla scrivania di chi indaga a Ivrea, che farà, molto probabilmente, luce sul perché l’aria all’interno della chiesa sia diventata irrespirabile. Ed erano stati attimi di paura e apprensione quelli vissuti alla vigilia di Pasqua nella chiesa di San Costanzo a Pont Canavese.

L'accaduto

Durante la funzione del Sabato Santo, era il 30 marzo, diverse persone hanno iniziato a sentirsi male a causa, si scoprirà di lì a poco, di una fuga di monossido di carbonio fuoriuscito dal sistema di riscaldamento. Erano all’incirca le 22 quando il primo ad avvertire un malore è stato un ragazzino del coro richiamando l’attenzione del diacono. L’uomo si è subito avvicinato al giovane, insieme ad altri presenti, pensando inizialmente che la causa del mancamento fosse dovuto ad un calo di pressione, e richiedendo l’intervento di un’ambulanza. Nel giro di pochi attimi, però, anche un’altra bambina e una signora hanno accusato un malore. A quel punto inizia ad essere chiaro che non sono episodi isolati: c’è qualcosa che non va. Altri fedeli (in tutto una trentina) iniziano a perdere i sensi o avvertire un senso di soffocamento e difficoltà respiratorie: chi si risiede sul banco, chi cerca appoggio al muro più vicino; la scena raccontano i presenti è surreale. E proprio quel generale senso di nausea e respiro affannato con anche perdita di lucidità da parte di diverse persone, ha fatto intuire che poteva esserci qualcosa nell’aria che «avvelenava» i presenti. Poi l’arrivo dei primi volontari della Croce Rossa che, dotati di rilevatori di gas, confermano la presenza di monossido. Vengono spalancate le porte della Chiesa per far entrare ossigeno dall’esterno. Ora, si attendono gli sviluppi dell’inchiesta partendo dalla manutenzione della caldaia che come dichiarato dal parroco all’inizio della stagione invernale era stata eseguita.

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