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Taglio delle emissioni ammoniaca da parte dell'agricoltura, a chiederlo è la Regione Piemonte

Ecco le richieste giunte da Palazzo Lascaris ai rappresentanti di categoria

Taglio delle emissioni ammoniaca da parte dell'agricoltura, a chiederlo è la Regione Piemonte
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La Regione ha presentato un piano strategico per la riduzione dell'inquinamento e ha indirizzato i suoi studi anche e soprattutto sull'agricoltura.

Taglio delle emissioni ammoniaca da parte dell'agricoltura

La Regione Piemonte ha recentemente presentato una versione aggiornata di Piano stralcio per il settore agricolo sulla qualità dell’aria dopo le osservazioni formulate da Confagricoltura e dalle altre organizzazioni professionali agricole nel mese di febbraio. Il Piano si inserisce nel quadro dei provvedimenti per il controllo dell’inquinamento atmosferico che la Regione intende mettere in atto a partire dal 2023 e con cui punta, attraverso l'attuazione di misure mirate alla riduzione degli inquinanti, a raggiungere un valore di emissioni di ammonica da parte dell’agricoltura pari a circa 26.000 t/anno, contro le attuali 33.300.

I rilievi di Confagricoltura

"La veste attuale del Piano contempla sempre due step temporali di adeguamento (2023 e 2026) - scrivono da Confagricoltura - accogliendo in parte le osservazioni di febbraio, sono stati però rimodulati gli impegni a carico degli allevamenti che producono fino a 19.999 kg di azoto all’anno, prevedendo come ammissibili un maggior numero di tecniche colturali e di modifiche strutturali e, soprattutto, prendendo in quest’ultimo caso in considerazione anche quelle meno onerose dal punto di vista tecnico e dei costi (ad es. coperture flottanti degli stoccaggi).  Una criticità che invece è ancora presente nel documento, e sulla quale la Regione si riserva ulteriori valutazioni, è la previsione per i reflui palabili di coprire il cumulo in concimaia o in campo. Questa tecnica appare difficilmente praticabile nella gestione ordinaria di un allevamento dato l’apporto quotidiano di nuovo materiale che comporterebbe frequentissime operazioni di rimozione e successivo riposizionamento delle coperture con un rilevante aumento dei tempi di lavoro e perdite non trascurabili di vapori accumulati".

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