Tenneco, sui trasferimenti l'azienda tira dritto
Confermato l’intento di spostare 111 dipendenti (su 140) a Chivasso. Pestrin (Fiom-Cgil): «Dalla Società nessuna garanzia». E annunciate ore di sciopero a sorpresa

Tenneco, sui trasferimenti l'azienda tira dritto e conferma l'intento di spostare 111 dipendenti (su 140) dallo stabilimento di Cuorgnè a quello di Chivasso.
Tenneco
Sul fronte Tenneco nessuna novità. Durante l'incontro di venerdì scorso in Unione Industriale a Torino, durato tre ore, l'azienda, incontrando le Organizzazioni Sindacali, avrebbe semplicemente ribadito l'intenzione di andare avanti con il trasferimento a Chivasso dei lavoratori dello stabilimento di Cuorgnè. «E l'azienda - evidenzia Gianni Pestrin della Fiom Cgil - non ci ha fornito alcuna garanzia in merito al mantenimento dei posti di lavoro». Domani, giovedì 13, vi sarà un nuovo incontro da cui si spera di avere informazioni in più. Per adesso, però, la posizione dei Sindacati è ferma nel ribadire che lo stabilimento cuorgnatese avrebbe tutte le caratteristiche per rimanere aperto, se l'azienda lo supporta. Pestrin, infatti, riporta che «I referenti aziendali a Torino abbiano sostenuto che che il progetto sia di "creare una forza, unendo due debolezze". Mettendo insieme gli operai che lavorano sulle stesse produzione si ottimizzerebbero i costi». Il problema è che, per il sindacalista, questa mossa di per sé stessa, non metterebbe automaticamente al sicuro nemmeno il sito chivassese dai rischi di mercato e da ulteriori "razionalizzazioni".
I timori
Secondo i piani aziendale sarebbero 111 gli addetti che dovrebbero spostarsi a Chivasso, mentre nella cittadina altocanavesana rimarrebbero in 29, gli operai che si occupano della fonderia. Ed è questo che lascia interdetti gli operai chivassesi, come evidenzia Francesco Peradotto, Rsu Fiom, insieme al collega Michele Sassanelli. «Dall'azienda ci dicono che lo spostamento è per ridurre i costi, ma se a Cuorgnè continuerà a lavorare la fonderia, lo stabilimento rimarrà aperto con tutti i suoi costi...». I dubbi sui rischio per la fonderia sono evidenziati anche da Edi Lazzi, segretario provinciale Fiom: «A Cuorgnè il settore era integrato con le lavorazioni successive, ma spostando queste a una quarantina di chilometri non abbiamo certezze che in futuro non si decida di acquistare i nastri di acciaio sul mercato, invece che produrli internamente». Al tavolo di domani, quindi, i sindacati arrivano con la richiesta di avere maggiori informazioni sui piani aziendali. «Non chiediamo garanzie a lungo termine per i prossimi 20 anni - evidenzia Lazzi -, ma se ci si chiede di firmare un accordo, almeno avere una idea a breve termine, almeno su cinque anni, lo chiediamo». Intanto a Cuorgnè lunedì scorso si è tenuta l'assemblea dei lavoratori.
Scioperi a sorpresa
«C'è preoccupazione e molta rabbia per una decisione presa dall'oggi al domani - evidenzia Peradotto -. Fino all'incontro di giovedì, sono previste ore di sciopero interno a sorpresa. Poi decideremo le altre eventuali iniziative, sempre rimandando all'interno delle regole di legge, ovviamente». Al momento attuale il sito di Cuorgnè continua a lavorare (il trasferimento dovrebbe iniziare ad aprile) a buon ritmo: «Sulle sei linee presenti attualmente normalmente operiamo su cinque, più una notturna. ma anche perché in questo ultimo anno cinque addetti sono andati via e non sono stati sostituiti, così come non sono stati rinnovati dei contratti interinali. Ora come ora il turno di notte lavora su una sola linea, ma qualche tempo fa». Da un anno, inoltre, il direttore per lo stabilimento chivassesse e cuorgnatese è unico, mentre in precedenza erano in due.