Ultim'ora: niente sospensione per i lavoratori senza Green Pass
Saranno considerati assenti ingiustificati. Eliminate le differenze tra pubblico e privato: stop stipendio per tutti il primo giorno.
Una modifica dell'ultimo momento, che cambia però di molto il senso della questione. Dal decreto firmato dal presidente Sergio Mattarella sul Green pass obbligatorio sui posti di lavoro scompare la sospensione per i lavoratori senza certificazione. E sparisce anche la distinzione tra pubblico e privato: stipendio sospeso per tutti dal primo turno.
Niente sospensione per i lavoratori senza Green pass
La grande novità è che chi sprovvisto di Green pass non si reca al lavoro, viene considerato assente ingiustificato e fin dal primo giorno di assenza avrà lo stipendio sospeso anche nel pubblico (all'inizio si era parlato di cinque giorni). Nessuna conseguenza disciplinare: il lavoratore avrà diritto alla conservazione del posto di lavoro. Nelle aziende con meno di 15 dipendenti sarà possibile sostituire temporaneamente chi è senza certificato.
Nel testo definitivo è saltato il passaggio per cui "a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso fino alla presentazione della certificazione".
Un ripasso delle regole
Il Green pass si può ottenere con la vaccinazione, la guarigione attestata da Covid o un tampone negativo (in questo caso ha validità di 72 ore, recentemente prolungata dal Governo rispetto alle iniziali 48).
Sarà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro pubblici e privati dal 15 ottobre al 31 dicembre, quando è prevista la fine dello stato di emergenza. Un provvedimento che riguarda 23 milioni di italiani.
L'obbligo riguarda tutti i lavoratori e vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice. L’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni. Vale anche per autonomi, badanti e colf.
I controlli spettano al datore di lavoro (in caso di badanti e colf, dunque, al padrone di casa). In caso di mancato controllo l'azienda riceverà una sanzione tra i 400 e i 1.000 euro. Il dipendente sorpreso sul luogo di lavoro avendo violato l’obbligo di pass, avrà un’ammenda fra i 600 e i 1.500 euro.
Lo smart working
Rimane ancora scoperto il tema dello smart working, anche se il Governo non vuole che la mancanza del pass sia considerata un diritto a lavorare da remoto. Rimane però un dubbio di fondo - che andrà chiarito entro metà ottobre: il certificato vale per accedere al luogo di lavoro non per lavorare, e dunque per chi svolge la propria attività da remoto non può essere considerato obbligatorio.