Unione Net presenta Tilde, il nuovo progetto per 150 donne
Per i promotori dei Comuni Nord Est Torino si tratta di un cambio di paradigma anche culturale dei servizi, con famiglia e lavoro al centro dell'attenzione
Unione Net presenta Tilde, un nuovo progetto rivolto a 150 donne per aiutarle a conciliare impegni famigliari e lavorativi.
Unione Net presenta Tilde
Le emozioni sono simili a quelle che si avvertono ad inizio anno scolastico, quando ancora non si sa bene quello che accadrà, e infatti in spalle, nello zaino, oltre al materiale didattico, si aggiungono anche un mix di speranze, buoni propositi e qualche lecita incertezza. In questo clima, ha preso avvio la grande sfida di Tilde, inaugurata tra i banchi del parlamentino locale. Un progetto per le donne, volto ad aiutare la categoria femminile, ancora vessata da profonde iniquità e disparità di genere, a conciliare i tempi della vita privata con quelli del lavoro, coinvolgendo servizi educativi, enti del terzo settore e aziende private. Questo - e molto altro – è Territori che integrano Lavoro, Donne ed Educazione. In una sola parola, Tilde, il progetto promosso dall'Unione Net e realizzato con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo in seguito alla call for action Equilibri. Presentato lo scorso giovedì nella sala consiliare Giovanni Ossola, Tilde rappresenta, innanzitutto, un'esperienza di welfare innovativa e una sorta di ascensore sociale riservato alle donne, a cui viene offerta, attraverso un sistema territoriale integrato, non solo la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro ma anche l'occasione di migliorare la propria posizione e condizione occupazionale. In che modo? Cambiando la prospettiva, facendo rete e ribaltando le logiche di welfare tradizionali, ormai anacronistiche, come ha fatto intendere Renato Pittalis, presidente dell'Unione Net.
Cambio di paradigma
«Con questo progetto, si realizza in maniera plastica l'obiettivo dell'Unione dei comuni», riflette Pittalis, spiegando che Tilde «si inserisce in una serie di iniziative, come quella dell'Emporio Solidale, che generano una nuova forma di coscienza del welfare». Motivo per cui si prova a guardare a lavoro, donne ed educazione come facce della stessa questione, ossia «fenomeni sociali concatenati» che rischiano di innestare un circolo vizioso e pertanto richiedono «un'interconnessione di risposte», spiega Marzia Sica, responsabile Obiettivo Persone della Compagnia di San Paolo. Due, a questo punto, le strade da percorrere. Da un lato, «i territori lavoreranno insieme per sistematizzare servizi già presenti» e poi accompagneranno «donne e famiglie con un altro tipo di occhiali», precisa Sica, che consentiranno di cambiare visione e di adottare nuovi strumenti e politiche di lavoro. Un cambio di paradigma e di metodo che hanno adottato i sette comuni dell'Unione Net, in cui rientrano, oltre a Settimo, anche Borgaro, Caselle, Leinì, San Benigno, Volpiano e la vicina di casa San Mauro. Una sfida triennale in cui la parola chiave è sicuramente coprogettazione, come ha sottolineato il direttore dell'Unione Net, Stefano Maggio, individuando nell'organismo «l'alveo naturale di sviluppo di politiche inclusive». Quella stessa forma di collaborazione che ha unito, oltre ai vari comuni del Net, 13 enti del terzo settore e due istituti scolastici, tra cui il Cpia IV e il Comprensivo Settimo III, per aiutare le donne ad affrancarsi e a porsi nuove ambizioni, in modo tale che la cultura della parità di genere non resti solo un semplice slogan.
Il progetto
Tilde, in cantiere dal 2021, si rivolge, con azioni mirate, a 150 donne che desiderano migliorare la propria situazione lavorativa e inserire i figli in percorsi educativi di qualità, in modo tale da gestire con maggiore fluidità vita privata e lavoro, senza che il ruolo di madre escluda la possibilità di realizzarsi a livello personale. «Non ci rivolgiamo solo a persone con una povertà radicale», rimarca Massimiliano Ferrua, della Cooperativa Animazione Valdocco, in rappresentanza anche degli enti partner. Possono accedere al progetto, infatti, le donne con un Isee non superiore ai 30.000 euro, residenti in uno dei sette comuni del Net, e con almeno un figlio minore a carico. Nel dettaglio, Tilde si sviluppa su tre livelli e prevede percorsi personalizzati che sono stabiliti dal «Welfare manager di caso», la figura che si occuperà di ascoltare e cogliere le esigenze delle varie beneficiarie. Allo stesso tempo, punta ad offrire ai figli minori percorsi educativi di qualità e a costruire un'infrastruttura territoriale permanente, ben riconoscibile, che sia un patrimonio per il futuro e che sia in grado di attivare tavoli di confronto utili a scambiare conoscenze, competenze e modalità operative. «Esisteranno angoli Tilde con posti fisici che saranno luoghi di attività e l'evidenza di un progetto che esiste sul territorio e che è a disposizione di chiunque possa usufruirne», ha concluso Ferrua, presentando il sistema di governance integrato che guiderà la sperimentazione attiva fino a dicembre 2025. «Superare le discriminazioni di genere – conclude Ferrua -, significa arricchire il nostro tessuto socio-economico, per questo Tilde può rappresentare un punto di svolta per i sette comuni coinvolti».