A Tokyo il bosconerese Marco Airale allena i super sprinter
Ha iniziato nella Polisportiva cittadina, oggi è un tecnico apprezzato che lavora in America.
Tra di loro anche la recente medaglia d'oro De Grasse (Canada). A Tokyo il bosconerese Marco Airale allena i super sprinter.
A Tokyo il bosconerese Marco Airale allena i super sprinter
Anche nell’atletica un canavesano è impegnato alle Olimpiadi di Tokyo in corso di svolgimento in questi giorni. Il suo è un lavoro «dietro le quinte», ma a dir poco fondamentale, perché è pure grazie a lui ed al ruolo che ricopre che parecchi dei concorrenti al via in Giappone possono puntare a fare bene. Si tratta di Marco Airale, bosconerese, ex atleta dilettante che dopo aver appeso «gli scarpini» al chiodo ha prima iniziato come fisioterapista (ruolo per cui si è laureato), quindi è diventato coach al fianco di alcuni nomi di livello mondiale. Oggi, insieme a quello che è considerato un vero e proprio «guru», ovvero Rana Reider, segue in occasione delle gare di velocità nel paese del Sol Levante ben 11 atleti di diverse nazionalità.
Primi passi, da piccolo, alla Polisportiva
«Tutto è iniziato a 8 anni nelle fila della Polisportiva Bosconerese - racconta lo stesso Marco - Di lì nel periodo del liceo sono passato all’Atletica Canavesana, dove ho praticato salto in lungo e triplo, con discreti risultati. Alla fine della mia carriera da atleta, a Chivasso dove di solito mi allenavo, ho iniziato a fare da coach». L’esperienza in pista, ma anche il ruolo di fisioterapista per 3 anni alla Juventus, sono stati fortemente formativi. In entrambi i casi i risultati sono arrivati e di lì è giunta la chiamata: «Sono stato contattato via internet da Randy Hungtinton, il coach di Mike Powell. Powell per me è un mito e poter lavorare con il suo allenatore è stata un’occasione che ho colto al volo, anche se lasciare l’Italia e chiudere l’accademia che avevo avviato mi è dispiaciuto profondamente. Sono andato in Cina e per Randy ho iniziato a seguire sotto il punto fisioterapico alcuni atleti della Nazionale. Lui però ha capito che volevo “evolvermi” e me ne ha dato la possibilità».
La proposta (accettata...) giunta dall'America
All’indomani di una nuova serie di risultati notevoli ecco la proposta di Reider: «A novembre 2019 mi ha chiesto di andare da lui per lavorare nel suo progetto, che è stato avviato a Jacksonville. Così ora eccomi qui, a seguire una decina di atleti che arrivano da tutto il mondo, Giappone, Usa, Gran Bretagna, Nigeria, Giamaica». Tra di loro ci sono nomi di tutto rispetto, come Trayvon Bromell, americano, detentore della migliore prestazione sui 100 della stagione in corso, nonché Andre De Grasse, canadese, che gareggerà sui 100 e 200 metri. «Essere a Tokyo è il raggiungimento di un traguardo che mi ero posto sin da piccolo. Non ho potuto partecipare alle Olimpiadi da atleta, ora lo faccio da coach. Nonostante il periodo le emozioni sono tante e forti. Prima di partire ero teso, mentre adesso sono concentrato sul lavoro con i ragazzi. Forse mi renderò conto di quello che mi sta accadendo quando tutto sarà finito».
Il Covid è presente... ma tutto è sottocontrollo
Un’edizione particolare, con il Covid che è presenza decisamente poco gradita: «L’organizzazione è attenta e ligia nei controlli e noi dobbiamo osservare una serie di protocolli precisi. Peccato che gli stadi siano vuoti e gareggiare senza pubblico appare “strano”. Per questo gli atleti dovranno essere ancora più concentrati e correre non solo per se stessi, ma per tutti coloro che purtroppo non sono qui e fanno il tifo per loro».