ennesimo episodio

Aggressione in carcere a Ivrea, un detenuto prende a pugni un poliziotto

L'uomo, in cella per violenza in famiglia, era già stato protagonista di simili episodi nei confronti degli agenti

Aggressione in carcere a Ivrea, un detenuto prende a pugni un poliziotto
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Aggressione in carcere a Ivrea, un detenuto prende a pugni un poliziotto Il sindacato Sappe: «Non si può lavorare così».

Aggressione in carcere a Ivrea

Ancora un grave episodio di violenza gratuita contro un appartenente alla Polizia penitenziaria in servizio alla Casa circondariale di Ivrea. «Intorno alle 16 di ieri, martedì 9 aprile 2024, un detenuto di origine marocchina si è avventato contro un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria prendendolo brutalmente a pugni in faccia - racconta Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE -  L’aggressione è stata rapida ma intensa e solo l’intervento dei colleghi ha posto fine alla violenza».

Prognosi

«Accompagnato presso il locale nosocomio, al poliziotto sono stati diagnosticati 14 giorni di prognosi per le lesioni riportate agli arti e al viso. - prosegue Santilli - Ci sembra opportuno evidenziare che il detenuto, già ristretto per reati di violenza e maltrattamenti in famiglia, durante la sua detenzione è già stato protagonista di numerosi episodi di aggressione ai danni del personale di sorveglianza. Ad onore di cronaca, è sempre stato punito disciplinarmente, ma l’episodio ci dimostra efficacemente come con alcuni soggetti i soli richiami disciplinari non siano sufficienti in quanto mancano le più elementari regole di civiltà, educazione e vivere comune».

Condizioni difficili

«Indignati quanto esasperati delle continue aggressioni e delle condizioni di lavoro in cui quotidianamente opera la Polizia Penitenziaria, il SAPPE non si stancherà di chiedere l’intervento delle istituzioni non solo per ridare dignità ad un Corpo dello Stato in profonda sofferenza, ma anche per ripristinare il senso di giustizia ed ordine che dovrebbe regnare negli istituti penitenziari del paese ormai quasi all’abbandono», conclude.

«Servono soluzioni»

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che esprime solidarietà e vicinanza al poliziotto ferito ad Ivrea ed a tutto il Reparto operativo a Ivrea, servono «interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze». Il riferimento del leader nazionale del SAPPE è alla necessità di «prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario». Ma Capece torna anche a sollecitare, per la Polizia Penitenziaria, «la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici)».

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