Agricoltori canavesani sul piede di guerra: troppi danni dovuti ai cinghiali
Serve un intervento deciso, perché le problematiche legate agli ungulati sono sempre più evidenti.
Danni ingenti per le coltivazioni del nostro territorio. Agricoltori canavesani sul piede di guerra: troppi danni dovuti ai cinghiali.
Agricoltori canavesani sul piede di guerra: troppi danni dovuti ai cinghiali
E’ forte il grido di allarme che si alza da Favria, ma che in realtà interessa un vasto territorio della zona del Canavese, comprendente diversi comuni, molti dei quali attraversati dal torrente Malone. Perché in questa zona il proliferare dei cinghiali sta letteralmente facendo disperare decine di agricoltori, i quali stanchi di dover fare i conti con il passaggio distruttivo degli ungulati adesso chiedono a gran voce che si faccia qualcosa di concreto.
Il racconto dei contadini del territorio
«Stiamo passando le notti insonni - raccontano Flavio Abba, favriese, Luca Risso, che abita a San Benigno, nonché Walter Durbano e Cristian Audrito, i quali invece risiedono in frazione Argentera a Rivarolo - nel tentativo di allontanare le decine di animali che con il buio diventano letteralmente padroni dei nostri terreni. I danni che ci stanno procurando sono enormi e lo saranno anche prossimamente, quando con il raccolto alto torneranno a sfamarsi, distruggendo tutto».
"Non vogliamo rimborsi, vogliamo soluzioni"
La problematica non è nuova e la questione, puntuale, torna alla ribalta: «Noi siamo stanchi, anche perché è vero che sono previsti dei i rimborsi, ma alla fine sono talmente ridicoli che sanno quasi di presa in giro. Noi non vogliamo questi soldi, mentre invece chiediamo che si faccia finalmente qualcosa. Regione, Città Metropolitana e gli enti preposti devono prendere provvedimenti seri e concreti». Perché non è solo una questione legata ai danni subiti dall’agricoltura: «Un recente sondaggio riguardante la nostra regione - interviene Durbano - ha quantificato pure in circa 1100 gli incidenti causati dai cinghiali».
Di notte per le campagne per scacciare gli ungulati
Gli ungulati, se in numero elevato, rappresentano quindi un pericolo sotto diversi aspetti. «In una sola notte - spiega invece Audrito - nel mio peregrinare per farli allontanare ne ho contati ben 40, tra giovani ed adulti. Bisogna fare qualcosa e pure in fretta». Gli agricoltori comprendono i discorsi portati avanti da ambientalisti, cacciatori ed autorità. Ma... «Loro devono capire le nostre situazioni, parecchie al limite, che dobbiamo affrontare. Non si può sempre pensare di lavorare e poi vedere il proprio operato danneggiato o distrutto. Che vengano pure studiate delle zona chiuse, recitante, dove in sicurezza si tengano i cinghiali. Così come è ora la situazione, invece, è per noi inconcepibile proseguire».
Serve assolutamente un giro di vite
Il mondo agricolo canavesano e non, già fortemente provato negli ultimi anni, prova quindi ad alzare la testa ed a chiedere un giro di vite. «Vorremmo avere più poteri d’intervento - chiedono ancora i contadini sentiti nell’occasione - garanzie su interventi concreti e che diano risultati. Se non è il gelo è la pioggia, se non sono i caprioli sono i cinghiali: stanno diventando davvero troppe le occasioni con le quali dobbiamo fare i conti per andare avanti. Adesso è tempo degli interventi delle decisioni. Non possiamo davvero stare con le mani in mano e vedere che tanta fatica va sprecata. Perciò, ci rivolgiamo alle istituzioni competenti lanciando un appello ed attendendo adesso delle risposte chiare e precise».