Flash mob in piazza Primo Maggio

Anche il sindaco Pittalis alla manifestazione dei genitori

Anche in quel di Leini e nel Basso Canavese in scene le proteste di papà e mamma dopo la chiusura delle scuole.

Anche il sindaco Pittalis alla manifestazione dei genitori
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Il sindaco leinicese a fianco delle famiglie. Anche il sindaco Pittalis alla manifestazione dei genitori.

Anche il sindaco Pittalis alla manifestazione dei genitori

Genitori sul piede di guerra per le scuole serrate per due settimane. Per esprimere tutta la loro rabbia e il loro disagio di fronte di questo provvedimento, hanno organizzato un flash mob in piazza 1° Maggio. Il tam tam dell’incontro improvvisato è girato con il passaparola e attraverso i social. Genitori, con figli al seguito, si sono ritrovati lunedì pomeriggio, 8 marzo, alle 15. All’appuntamento sono intervenuti anche il sindaco Renato Pittalis e il vicesindaco, nonché assessore all’Istruzione, Cristina Bruno per ascoltare le esigenze dei cittadini e per offrire loro le risposte possibili, visto che il diktat del Ministero dell’Istruzione è stato categorico: si chiude tutto, punto e basta. Nessun margine di trattativa neppure di fronte alla lettera di chiarimenti inviata da primo cittadino e da altri suoi cinquanta colleghi a Roma.

Le varianti decisive per l'ennesima chiusura

«Purtroppo il Ministero ha respinto qualsiasi deroga – ha spiegato il sindaco a un’ottantina di genitori riunitisi in piazza 1° Maggio - La decisione è stata assunta perché in questa fase le chiusure per ragioni sanitarie non vengono più prese in seguito ad ondate di nuovi ammalati ma per prevenire quelle sono attese dall’andamento dei contagi». A giocare una componente importante sullo scenario sono le varianti. Quella inglese, in particolare, oltre ad essere in modo significativo infettiva, colpisce con maggiore virulenza anche bambini ed adolescenti. E le scuole, seppur in sicurezza, non sono state ritenute dal Ministero dell’Istruzione luoghi sufficientemente adeguati ad evitare il diffondersi della pandemia anche tra la popolazione adulta a seguito dell’ammalarsi degli studenti. Tutto ciò, però, ingenera numerosi problemi alle famiglie. Il peso di questa situazione, sia economico che di gestione, grava, infatti, unicamente su di esse. Impossibilitati, in molti casi, a portare i figli dai nonni, i genitori cercano di barcamenarsi tra il lavoro in smartworking e l’assistenza dei loro bambini.

Le testimonianze dei genitori leinicesi

«Noi siamo in quattro – ha detto una mamma. Tre bambini in Dad ed io che debbo collegarmi online per lavorare. Non riusciamo, però, a rimanere tutti collegati. La connessione internet è quella che è. Abbiamo dei limiti fisici e dei limiti economici. E con me l’azienda è già stata molto paziente nel venirmi incontro. Ma, fuori dalla porta della mia ditta, c’è la coda per lavorare e se io non sono efficiente rischio il posto. Se vogliamo parlare di scuola smart, allora che sia tale: con connessioni adeguate, con la possibilità di avere una formazione agile. Così non possiamo andare avanti». «Oltre a lavorare – ha detto un altro genitore – non possiamo seguire passo passo i nostri figli nell’insegnargli ciò che avrebbero dovuto imparare a scuola. Non ce la facciamo». Altri genitori hanno evidenziato sia problemi nell’utilizzo di strumenti informatici sia nella custodia dei figli, in orari in cui dovrebbero essere al lavoro.

Scuole tutte adeguate alle disposizioni nazionali

«Le nostre scuole – ha spiegato il vicesindaco Cristina Bruno – sono adeguate alle disposizioni nazionali sulla sicurezza anti-Covid. Purtroppo, però, il Ministero, nonostante le aule siano confacenti alle normative, ha preferito un blocco totale delle attività in presenza perché si prevede un incremento significativo dei contagi. Da parte nostra c’è la massima disponibilità anche nell’aiutare le famiglie per avere le attrezzature informatiche necessarie. Di più, però, non sappiamo cosa poter fare». «Tutto ciò che potremo mettere in atto per rendere meno pressante per le famiglie questa situazione lo faremo – ha aggiunto il sindaco. Purtroppo, però, pur comprendendo le difficoltà di tutti, non possiamo venire meno ai provvedimenti di legge definiti per tutelare la salute dei bambini, dei genitori e di tutti i familiari».

Chiesti più controlli nei confronti di chi non ha le mascherine

Alcuni genitori hanno anche chiesto al sindaco maggiori controlli affinché i ragazzini che vanno in giro senza mascherine siano adeguatamente sanzionati. Il primo cittadino ha assicurato l’impegno delle forze dell’ordine locali che cercano, nel rispetto delle norme, di educare più che punire i giovani adolescenti trovati in città senza i dispositivi sanitari adeguati e senza le distanze adeguate nel rispetto delle disposizioni anti-trasmissione.

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