Le truffe

Banconote false e finti carabinieri: le truffe imperversano per la città          

Negli ultimi giorni diverse segnalazioni sono arrivate alle forze dell’ordine

Banconote false e finti carabinieri: le truffe imperversano per la città          
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Banconote false e finti carabinieri: le truffe imperversano per la città

L'episodio al mercato

La scorsa settimana a Cuorgnè sono stati segnalati due diversi tipi di truffa. Il primo si è registrato giovedì, giorno di mercato, quando una signora, descritta come non italiana, bella presenza, capelli lunghi, zaino blu scuro, avrebbe tentato di spacciare una moneta da 50 euro falsa. La segnalazione è arrivata anche in Comune che ha ritenuto doveroso avvertire i cittadini, anche attraverso un post sui propri canali social. In contemporanea polizia locale e Carabinieri hanno iniziato a investigare. «Appena avvisati – racconta Linuccia Amore, comandante di vigili –, i colleghi si sono recati sul posto cercando di rintracciarla tra le bancarelle, purtroppo senza successo». Le indagini sono ora affidate ai militari dell’Arma, ma Amore assicura che anche i suoi agenti proseguiranno a nelle ricerche.

La telefonata

L’indomani, venerdì, invece una signora ha ricevuto a casa una telefonata da un sedicente “maresciallo dei carabinieri”. Anche in questo caso l’Amministrazione, a firma della sindaca Giovanna Cresto, ha deciso di pubblicare sui social la storia, per avvisare tutti i cittadini. Il falso carabiniere avrebbe sostenuto che il figlio della signora contattata avrebbe avuto un incidente e avrebbe investito una bimba di 8 anni in via Tripoli a Cuorgnè. «Tra l’altro - evidenzia Cresto – l’uomo al telefono ha indicato correttamente il nome del figlio, che in quel momento effettivamente si trovava fuori casa». Fortunatamente la signora si è insospettita e, nonostante il comprensibile spavento, ha risposto che sarebbe subito andata in Caserma, ponendo fine immediatamente alla chiamata. Proprio in quel momento il figlio ha fatto rientro a casa, naturalmente ignaro di tutto. Il telefono fisso ha nuovamente squillato: erano sempre i finti carabinieri. La signora ha staccato la chiamata e poi si è recata presso la Caserma di Cuorgnè per segnalare il fatto ai militari... quelli veri.

L’appello

Nel raccontare la vicenda la sindaca Cresto ne approfitta non solo per rivolgere a tutti l’invito a prestare molta attenzione, ma anche aggiungendo alcuni consigli, che vanno oltre il caso specifico, a partire dal diffidare da chi chiede telefonicamente di pagare somme dicendo che un vostro caro ha avuto un incidente. In fin dei conti nessun rappresentante delle Forze dell'Ordine chiederà di pagare per togliere dai guai una persona. E meno che mai vi chiederanno di consegnare gioielli o oggetti preziosi. Lo stesso vale per avvocati e medici. In questi casi è sempre meglio chiamare aiuto, anche rivolgendosi al 112, ma chiamando da un altro telefono: «È accaduto infatti – spiega la sindaca – che i truffatori tengano in sospeso la chiamata: il rischio è che, rialzando la cornetta, convinti di chiamare un altro numero, rispondano sempre loro qualificandosi come Carabinieri.

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