Caso Manital, Jessica Costanzo: "Un ulteriore schiaffo alla dignità dei lavoratori"
Per la parlamentare ancora una volta si hanno ripercussioni sull’anello debole della catena: i lavoratori.
Sul caso dell'ex Manital interviene anche la pentastellata Jessica Costanzo, deputata piemontese.
Jessica Constanzo sulla vicenda Manital
Sulla mancata erogazione del bonus Renzi nella vicenda della Manital, intervniente anche la deputata piemontese in quita M5S, Jessica Costanzo: "E' un ulteriore schiaffo alla dignità dei lavoratori esasperati". "Un’altra sconvolgente notizia, quella del sequestro preventivo di denaro e beni per oltre 29 milioni di euro nei confronti degli ex rappresentanti legali della Manitalidea questa mattina -afferma la deputata piemontese Jessica Costanzo (M5S), membro della Commissione Lavoro -Ancora una volta, le condotte criminose degli ex-manager della società, smascherate oggi dalla procura di Ivrea, hanno ripercussioni sull’anello debole della catena: i lavoratori. Secondo la guardia di finanza infatti tra il 2016 e il 2019 sarebbero stati omessi per oltre 25 milioni di euro i versamenti dovuti al fisco per le ritenute d'imposta operate dall'impresa sugli stipendi dei dipendenti e sui compensi dei professionisti".
Uno schiaffo alla dignità dei lavoratori esasperati
"E non solo: tra le contestazioni -continua Costanzo -c’è anche la mancata erogazione degli 80 euro mensili del Bonus Renzi. Un ulteriore schiaffo alla dignità di chi è già esasperato da mesi e mesi di mancata corresponsione degli stipendi. Ricordo -afferma Costanzo -che Manitalidea è in amministrazione straordinaria da luglio, dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza da parte del Tribunale di Torino e la quantificazione del debito erariale quantificato in 223 milioni. Era già emerso un quadro sconcertante di mancati pagamenti ai lavoratori e contabilità generale ferme al 30 settembre 2019, e il blocco di tutti i conti correnti bancari oggetto di pignoramento da parte di oltre centinaia di creditori. Ricordo anche che ci sono almeno cinquemila creditori, in larga parte lavoratori che prendevano fino a 400-500 euro al mese e che vantano arretrati negli stipendi, contributi e tfr, che dovranno attendere ancora molto a lungo prima di essere ristorati di ciò che gli era dovuto”.