Colpito da ictus, da più di un anno in attesa dell’assistenza domiciliare
Un vero è proprio calvario quello del medico in pensione Luigi Spadafora.
Colpito da ictus, da più di un anno in attesa dell’assistenza domiciliare.
Colpito da ictus
Dopo essere stato colpito da ictus, da più di un anno è in attesa dell’assistenza domiciliare. Un vero e proprio calvario quello che si trova a dover affrontare Luigi Spadafora. Il valperghese è un medico in pensione del 118 e del Pronto soccorso. Il 65enne è in attesa delle necessarie prestazioni socio-sanitarie domiciliari richieste dal 2018. Una situazione di «impasse» che, giorno dopo giorno, diventa sempre più difficile da capire e accettare come spiega la moglie, Antonella Grandizio, stimata insegnante della Direzione didattica Aldo Peno di Cuorgnè, che da due anni insegna a Valperga.
La graduatoria
Nonostante i risultati dati dalle valutazioni rilasciate dall’Unità Geriatrica dell’Asl To-4, c’è una graduatoria che Spadafora non sembra riuscire mai a «scalare». «E’ una situazione assurda – spiega Antonella Grandizio – La prima valutazione Uvg del’Asl To-4 per mio marito è datata 11 dicembre 2018. Ha ottenuto un punteggio sanitario di 9 e sociale di 6 per un totale di 15 punti. Siamo in possesso di una seconda certificazione di non autosufficienza con un punteggio totale di 17 rilasciata dall’Unità Valutativa Geriatrica dell’Azienda sanitaria locale il 21 gennaio 2020, in cui si riconosce la necessità di un progetto di lunga assistenza con livello di intensità media ai sensi dell’articolo 54 della legge 289/2000. A distanza di tutti questi mesi, mi chiedo se verranno mai attivati questi servizi. Quando sono a scuola per lavoro avremmo bisogno per esempio di un Oss per garantire le prestazioni indifferibili di cui necessità mio marito. Dobbiamo aspettare per che per lui sia troppo tardi perché si accorgano di noi?».
La lettera all'Asl To4
Grandizio ha preso carta e penna e scritto una raccomandata per far valere i diritti di suo marito al commissario dell’Asl To-4, Luigi Vercellino, all’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, al Difensore Civico della Regione Piemonte e al Ciss 38: «Mi sono recata più volte dal dirigente medico Uvg del distretto di Cuorgnè, dottor Giorgio Antonietto, per chiedergli di sottoscrivere un documento che certificasse l’esatta posizione di Luigi in graduatoria, ma ho solo avuto una risposta verbale secondo cui sarebbe in 36esima posizione. Scorrendo questa benedetta graduatoria, che ogni tanto mi chiedo se sia reale o fittizia, quando sarà finalmente il turno di mio marito? Da cittadina che paga regolarmente le tasse, mi dispiace poi che né il difensore civico regionale, né il direttore generale dell’Asl To-4 mi abbiano risposto. Neanche l’assessore alla sanità della Regione Piemonte deve aver trovato il tempo di farlo.
Le uniche risposte avute finora
Il consigliere regionale Mauro Fava si è detto disposto ad interessarsi del nostro caso, ma non voglio “canali preferenziali”. Mio marito ha diritto all’attivazione di quel progetto assistenziale a lungo termine. L’unica risposta alle mie lettere è arrivata dal direttore del distretto di Cuorgnè, la dottoressa Lavinia Mortoni, e dal vice direttore del Ciss38, la dottoressa Nicoletta Bellin. Purtroppo, non hanno recepito bene quanto ho scritto. Ci dicono che le cure domiciliari possono essere attivate su richiesta del medico curante, ma siamo già andati da quest’ultimo e lo abbiamo fatto. Non ho chiesto contributi economici per portare Luigi in una struttura residenziale. Dopo essere stati rimpallati dall’Asl al Ciss38 diverse volte, vogliamo solamente che venga attivato il servizio di 10 ore, a pagamento, come da prima valutazione geriatrica».