Crisi del lavoro e dell'economia: il 98% di chi lo ha perso è donna
Senza dubbio la pandemia ha influito, finendo per portare complessivamente ad oltre 400 mila occupati in meno in Italia.
Numeri impietosi quelli del 2020, dovuti anche alla pandemia. Crisi del lavoro e dell'economia: il 98% di chi lo ha perso è donna.
Crisi del lavoro e dell'economia: il 98% di chi lo ha perso è donna
La crisi economica, amplificata dall’emergenza epidemiologica in corso da ormai un anno, colpisce soprattutto le donne, che, pallottoliere alla mano, sono il 98% di chi ha perso a fine 2020 il posto di lavoro. Sono numeri drammatici, la cartina al tornasole di come il Coronavirus stia aumentando le disuguaglianze sociali. I dati diffusi dall’Istat ad inizio gennaio certificano un brusco peggioramento della situazione occupazionale degli italiani. Nello scorso dicembre le persone con un impiego sono diminuite di 101 mila unità, di queste 99mila sono donne, rimaste disoccupate o inattive. Un fenomeno negativo che si ritrova, sebbene con dati un po’ meno scioccanti, anche in Canavese.
Il pensiero di Simona appino del Pd Alto Canavese
«Sono numeri “importanti” e molto negativi – spiega Simona Appino, segretario del Circolo unico PD Alto Canavese e imprenditrice alladiese – La pandemia ha fatto precipitare una situazione di per sé già delicata. E’ una crisi occupazionale al femminile che non riguarda solo l’ambito salariale, ma proprio la natura del lavoro stesso. Leggendo i dati Istat si nota come le donne siano impiegate soprattutto nei settori che più di tutti stanno vivendo la crisi, quello dei servizi e poi turismo, ristorazione e alberghiero. Ad aggravare questo già critico “stato dell’arte” ci sono poi altri fattori, che non dipendono tanto dall’essere impiegate con contratti part-time o a tempo determinato. Al momento del rientro, in alcuni casi le donne hanno dovuto rinunciare al lavoro, perché non avevano a chi appoggiarsi mentre i bambini erano a casa da scuola».
Oltre 400 mila gli italiani che non sono più occupati
Dei 444mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne. «Sulle spalle di noi donne, molte volte, grava infatti il carico della famiglia e del prendersi cura dei nostri cari più anziani – aggiunge Appino – Durante il lockdown molte lavoratrici hanno fatto un passo indietro per restare accanto ai genitori non autosufficienti o ai figli in Dad. Siamo mogli, mamme e impiegate, ma non super eroine dei fumetti. C’è la necessità di una riforma, che dia aiuti e sostegni economici non sono alle dipendenti, ma anche alle Partite Iva e alle lavoratrici autonome. E’ un tema di cui il nuovo governo di dovrà necessariamente occupare».
Tanto spazio al cosiddetto "smart working"
Le donne italiane hanno visto nel 2020 aumentare il loro lavoro, con lo smart working che si è sovrapposto agli impegni domestici. «Sono titolare di un’azienda agricola con una piccola ospitalità rurale e riesco ad aggiustarmi da sola – conclude Simona Appino – Ho la fortuna di avere i figli ormai grandi e un marito lavoratore dipendente. Ma, parlo per esperienza, quando i miei bimbi erano piccoli i sacrifici per fare tutto non sono stati pochi. Difficoltà che diventano, magari quando non si può contare sull’aiuto dei nonni, enormi. Per questo bisogna intervenire e invertire la tendenza prima che questa crisi diventi sistemica».