Crollo Ponte Morandi Genova: cosa sappiamo finora | VIDEOINTERVISTA e NUOVE IMMAGINI
Almeno 35 i morti, 11 i condomini sfollati. Spuntano fosche predizioni dal passato: il monito del Capo dello Stato.
Crollo Ponte Morandi Genova: il punto su quanto accaduto ieri, mercoledì 14 agosto 2018 e i servizi dei quotidiani online liguri del gruppo Netweek: laRiviera.it e ilNuovoLevante.it.
Crollo Ponte Morandi Genova: ultime foto e video
(da Genova foto e video di Daniele Bennati)
Sciacallaggio a Genova fra le case degli sfollati: tre donne arrestate
La drammatica testimonianza di un camionista sopravvissuto:
Almeno 35 i morti
Ogni giorno ci camminavano sopra migliaia di veicoli. Normalmente, almeno all’apparenza. E invece era un ponte malato, che si è sbriciolato in una manciata di minuti poco prima di mezzogiorno di ieri, martedì 14 agosto 2018.
Il viadotto Polcevera, meglio noto come Ponte Morandi (e detto anche “di Brooklyn” dai locali, poeticamente o forse anche ironicamente) attorno a mezzogiorno è crollato al centro spezzando in due l’autostrada A10 a Genova.
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Per 40 metri (90 invece la sommità delle torri di sostegno) insieme a ferro e calcestruzzo collassati sono precipitate più di 30 auto e tre mezzi pesanti. Smentita per il momento la presenza di un pullman, ipotesi circolata nel pomeriggio.
Sono almeno 35 i morti accertati, cifra purtroppo destinata a salire, anche considerando i tanti feriti e dispersi: questi numeri per le segnalazioni di eventuali persone disperse, 010 5360637 e 010 5360654.
GUARDA L’IMPRESSIONANTE VIDEOGALLERY DEI VIGILI DEL FUOCO
Sotto al ponte rimasto in piedi ben 11 condomini, tutti sfollati
Una conta esiziale, quella dei defunti. Ma quel che fa altrettanto impressione sono quei palazzi, quei condomini rimasti sotto, ancora intatti, a quel viadotto mutilato e agonizzante: 440 gli sfollati e 11 i palazzi evacuati.
Il ponte dovrà essere abbattuto. Il centro di Genova per anni dovrà subire il delirio di un’autostrada che non c’è più. Ma se già è difficile immaginare di abbattere e sostituire un ponte quando è in piedi, come si fa ora a pensare di mettere in sicurezza quelle case che ora rischiano di finire a loro volta schiacciate dagli altri tronconi del viadotto pericolante?
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Com’è possibile che nessuno si sia accorto che la situazione fosse tanto grave, che quel ponte rischiasse di crollare? Questa resta la domanda delle domande, tanto più che erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto.
Tante le domande che si sono fatti anche i canavesani e che hanno espresso sui social.