L'operazione della Guardia di Finanza

Da Rivarolo a Napoli confisca milionaria

E' un trentenne rivarolese il capo del sodalizio crimonoso autore della maxi evasione fiscale

Da Rivarolo a Napoli confisca milionaria
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Da Rivarolo a Napoli confisca milionaria nei confronti di un sodalizio criminoso autore di una maxi evasione fiscale. Il patrimonio confiscato ha un valore complessivo di oltre 3,3 milioni di euro tra beni mobili, immobili e attività finanziarie.

Da Rivarolo a Napoli

La Guardia di Finanza di Torino ha disposto una confisca milionaria nei confronti di un gruppo criminoso autore di una maxi evasione fiscale da milioni di euro, e il cui capo è un trentenne residente a Rivarolo. Questo il patrimonio confiscato, dal valore complessivo di oltre 3,3 milioni di euro: 71 unità immobiliari, situate nei Comuni di Napoli e San Giorgio a Cremano (NA), 6 terreni (nelle province di Torino e Napoli), un’AUDI Q3 e denaro per oltre 900 mila euro, depositato su diversi rapporti finanziari.

Frode "carosello"

I maxi evasori sono stati condannati in quanto  membri di un’associazione a delinquere operante in Piemonte e artefice di un’articolata frode “carosello” all’I.V.A. nel settore del commercio all’ingrosso di metalli non ferrosi, scoperta grazie alle indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino. «Il sistema fraudolento posto in essere dagli autori degli illeciti sfruttava il particolare meccanismo di applicazione dell’I.V.A. per le operazioni commerciali in ambito europeo, che esclude la detrazione del tributo in caso di acquisto effettuato da un fornitore dell’Unione europea- spiegano dalla Guardia di Finanza -  Per consentire all'impresa acquirente di fruire, anche in tali casi, della detrazione dell’imposta, veniva “fittiziamente” interposto un soggetto italiano nell'acquisto dei beni tra il venditore con sede in un altro Stato dell’Unione (reale cedente) e l’effettivo cliente residente in Italia. Quest'ultimo riceveva “fisicamente” la merce dall’operatore unionale ma “cartolarmente” la acquistava da una società “cartiera” con sede nel territorio nazionale, la quale emetteva una fattura con I.V.A. senza però mai versarla, così consentendo all’acquirente beneficiario della frode di detrarre indebitamente l’imposta». La “frode carosello” permetteva così ai delinquenti di proporre prezzi concorrenziali ai clienti in quanto, in sostanza, non pagavano l'I.V.A. sulle merci.

36 società fittizie

Le attività fraudolente hanno coinvolto ben 36 società, sia italiane sia estere, fittizie ) e gestite, di fatto, attraverso un unico ufficio a Torino, le quali hanno emesso fatture, per operazioni inesistenti per circa 100 milioni di euro, ed evadendo l’I.V.A per oltre 21 milioni di euro. Le indagini hanno condotto al sequestro anche di beni mobili, immobili e attività finanziarie, ora confiscati definitivamente. Tra gli immobili, anche un lussuoso appartamento in una rinomata zona residenziale di Napoli, dal valore di oltre un milione e 100 mila euro, formalmente intestato a una società inglese ma riconducibile a uno dei membri del sodalizio criminoso.

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