Rivarolo

Diario della quarantena alla vigilia dell'esame di maturità

Scritto da Giulia Buriano Aimonetto studentessa di quinta dell'Istituto Santissima Annunziata

Diario della quarantena alla vigilia dell'esame di maturità
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Diario della quarantena in vista della maturità, un'incognita per tutti

Diario della quarantena

La loro maturità l'hanno già presa e con lode. «Sono passati ottanta giorni dall'ultima volta che abbiamo messo piede a scuola, ottanta giorni di incertezze, paura e nostalgia - Questo è il diario di una “vita sospesa” una quarantena scritta da Giulia Buriano Aimonetto maturanda all'Istituto Santissima Annunziata di Rivarolo. Sembra strano, eppure si avverte anche questa, nostalgia: tutti quelli a cui pesava la scuola, i suoi ritmi serrati, la pressione, l'insuccesso.

Giorni sospesi

Eppure quella era anche amicizia, intesa, rinascita. Non mancavano mai gli sbuffi appena alzati e i sospiri dopo il suono della sveglia metallica, che ci riportava alla realtà. Né tantomeno le corse verso il bus e lo scivolato sul ghiaccio d'inverno, i lividi delle cadute e l'imbarazzo dei segni addosso di queste. Non mancavano i ricordi degli amici e delle parti in palestra, delle sigarette di troppo dove nessuno vedeva. La musica cantata nei corridoi e le grandi feste d'arrivederci.

L'incertezza

Ora invece viviamo ogni giorno sospesi, con notizie che vanno e vengono e con l'incertezza del domani. Stare a casa all'inizio è bello, hai i tuoi ritmi ei tuoi affetti che il lavoro, di solito, ti ruba, ma dopo mesi anche in questo caso siamo un cruccio in più, perché siamo maturandi, diciannovenni scaraventati in un esame improvvisato, senza precedenti. Passiamo le giornate davanti a uno schermo per circa cinque ore e ascoltiamo lezioni sempre più passive, durante le quali stiamo ricurvi sulla scrivania e combattiamo con la connessione instabile.

Manca il «contatto»

Ci manca la partecipazione collettiva, si scambia qualche parola ad ora finita e ridere quando nessuno se ne accorge. L'esame verso cui andiamo incontro sarà paradossalmente più facile, ma non per le modalità con cui lo affronteremo, bensì perché questo periodo ci è permesso di conoscere senza l'interferenza del tempo pressante. Torneremo in presenza proprio in quel giorno cruciale e i professori tutt'intorno a noi ci avvolgeranno come in un abbraccio: la nostra Maturità sarà solo la conferma di una crescita, da cui usciremo sentendoci meno soli e più grandi».

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