Dirty Metal, scoperto dalle Fiamme Gialle un giro d'affari milionario su rifiuti pericolosi

Rivarolo. Ventiquattro mila tonnellate di rottami movimentati illegalmente da una ditta di Rivarolo. E sette persone denunciate a vario titolo per reati ambientali e frode fiscale. Ancora: fatture false per oltre 14 milioni di euro. E' il bilancio di un’operazione  della Guardia di Finanza di Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica.

Dirty Metal, scoperto dalle Fiamme Gialle un giro d'affari milionario su rifiuti pericolosi
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Rivarolo. Ventiquattro mila tonnellate di rottami movimentati illegalmente da una ditta di Rivarolo. E sette persone denunciate a vario titolo per reati ambientali e frode fiscale. Ancora: fatture false per oltre 14 milioni di euro. E' il bilancio di un’operazione  della Guardia di Finanza di Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica.

Rivarolo. Ventiquattro mila tonnellate di rottami movimentati illegalmente da una ditta di Rivarolo. E sette persone denunciate a vario titolo per reati ambientali e frode fiscale. Ancora: fatture false per oltre 14 milioni di euro. E' il bilancio di un’operazione  della Guardia di Finanza di Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo Piemontese, ponendo fine all’attività criminosa di un’azienda operante nel settore dei rottami metallici. Secondo gli inquirenti, immetteva sul mercato rifiuti potenzialmente nocivi per la salute pubblica. Si trattava, come hanno accertato i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria Torino, di materiale di dubbia provenienza irregolarmente acquistato in violazione della normativa per lo smaltimento di rifiuti pericolosi. L’operazione, convenzionalmente chiamata “Dirty Metal”, è nata per far luce sulle modalità di acquisizione e rivendita di un ingente quantitativo di rottami metallici da parte dell’impresa di Rivarolo. I finanzieri hanno appurato come la società canavesana avesse acquistato oltre 24 mila tonnellate di rifiuti, “camuffando” la contabilità per mascherarne l’effettiva provenienza. La tecnica adottata dagli indagati prevedeva che l’azienda contabilizzasse gli acquisti mediante fatture per operazioni inesistenti oppure dichiarando che la merce era stata ricevuta da privati cittadini. Il fine dei responsabili era  di aggirare la normativa ambientale e immettere in commercio rottami metallici che, in ragione della loro effettiva provenienza, sarebbero invece dovuti essere sottoposti a specifici trattamenti di recupero regolamentati per legge. L’intervento della Guardia di Finanza ha interrotto la gestione abusiva dei materiali pericolosi che, proprio in virtù della loro fraudolenta provenienza, rappresentava un concreto rischio per l’ambiente e per la salute. L’amministratore della società (G.N., di anni 26), e altre cinque persone (D.C. di 73 anni, V.L.A. 42 anni, R.M.A. 62 anni, M.G. 38 anni e C.A. 43 anni) amministratori di altrettante società, tutte del medesimo settore, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per emissione di fatture false per oltre 14 milioni di euro, nonché per l’evasione di circa 3 milioni di Iva. Lo stesso amministratore, insieme al suo predecessore (A.C., di anni 58), è stato denunciato anche per traffico illecito di rifiuti.

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