Donna morta giù dal dirupo: non è incidente ma omicidio
Non è stato un incidente in montagna ma un vero e proprio omicidio. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Borgo San Dalmazzo, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, disposto dal pm della Procura presso il Tribunale di Cuneo, Samuele Viale (classe 1998), residente a Limone per il reato di omicidio volontario commesso nei confronti di Giuseppina Casasole (classe 1957), deceduta lo scorso 30 maggio dopo essere precipitata da un dirupo nel territorio di Limone Piemonte, in località Vallone San Giovanni.
Non è stato un incidente in montagna ma un vero e proprio omicidio. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Borgo San Dalmazzo, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, disposto dal pm della Procura presso il Tribunale di Cuneo, Samuele Viale (classe 1998), residente a Limone per il reato di omicidio volontario commesso nei confronti di Giuseppina Casasole (classe 1957), deceduta lo scorso 30 maggio dopo essere precipitata da un dirupo nel territorio di Limone Piemonte, in località Vallone San Giovanni.
Non è stato un incidente in montagna ma un vero e proprio omicidio. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Borgo San Dalmazzo, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, disposto dal pm della Procura presso il Tribunale di Cuneo, Samuele Viale. (classe 1998), residente a Limone per il reato di omicidio volontario commesso nei confronti di Giuseppina Casasole (classe 1957), deceduta lo scorso 30 maggio dopo essere precipitata da un dirupo nel territorio di Limone Piemonte, in località Vallone San Giovanni. Inizialmente quella che sembrava una morte accidentale è stata scartata a seguito di sopravvenuti spunti investigativi inducevano a ritenere che la donna non fosse precipitata per cause accidentali ma per mano di Samuele Viale, tossicodipendente, che ha poi confessato di aver sferzato un violento calcio alla vittima, facendola precipitare nel burrone. Il movente? Nessuno. Ma il giovane sarebbe stato sotto l'effetto di sostanze allucinogene. Le prime ricerche della vittima erano partite già durante il pomeriggio del 30 maggio, quando Giuseppina Casasole, dopo essere uscita con il proprio cane per una passeggiata, non faceva più rientro a casa. La figlia minore, nella stessa serata, non vedendo rientrare la madre ne denunciava la scomparsa alla Stazione Carabinieri, che attivava immediatamente le ricerche. Alle 23 veniva ritrovato il corpo senza vita della donna deceduta per la caduta dal pendio alto circa 50 metri. Proprio grazie agli approfonditi accertamenti che venivano eseguiti dai militari della Stazione Carabinieri di Limone e dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Borgo San Dalmazzo e la confessione dell’indagato resa in presenza del suo avvocato permettevano di ricostruire la dinamica del fatto. Il giovane dopo aver visto la donna intenta a raccogliere dei fiori nei pressi del dirupo, l’avrebbe colpita con un forte calcio sulla schiena provocandone la rovinosa caduta e causandole così la morte. Apparentemente senza un motivo. Nella mattinata di giovedì 8 giugno a seguito dell’interrogatorio di garanzia in udienza di convalida, il fermo disposto dal pm Carla Longo veniva convalidato dal gip presso il Tribunale di Cuneo e il giovane omicida veniva tradotto presso il carcere di Torino in attesa di nuovi interrogatori.