Donna picchiata e insultata dai parenti perché non si vuole sposare
A processo in Tribunale a Ivrea la madre della vittima e due uomini.

Donna picchiata e minacciata dai parenti a Ivrea perché non si vuole sposare con il fidanzato.
Donna picchiata
Una donna è stata picchiata e minacciata dai parenti perché non si voleva sposare con il fidanzato. Voleva infatti continuare a convivere con il proprio fidanzato. Questa è la vicenda finita in tribunale di Ivrea per la prima udienza di un processo che vede imputati la madre della donna, 63 anni, (avvocato Marco Morelli), e due uomini di 69 anni, (avvocato Enrico Scolari e Elio Guglielmino).
L'aggressione
Secondo una prima ricostruzione dei fatti sarebbe stata affrontata dagli imputati, ora accusati di lesioni e minacce, al ritorno da un viaggio. Quindi insultata e minacciata per il fatto di non volersi sposare. Nel corso del violento litigio, mentre la madre teneva ferma la figlia prendendola per i capelli, i due uomini l’avrebbero presa a calci e pugni. Avrebbero continuato anche quando era già caduta a terra.
La vittima
La donna aggredita nel drammatico episodio, avvenuto a Banchette il 10 febbraio 2015, ha 47 anni ed è difesa dall’avvocato Federica Cerrato. Venne ricoverata al Pronto soccorso con lesioni gravi quali la frattura di una costola e traumi dichiarati guaribili in trentasei giorni. Il processo di primo grado si è aperto ad Ivrea davanti al giudice monocratico Ombretta Vanini.