Due ex amiche, un fidanzato: condannata a 4 mesi
Due ex amiche, un fidanzato che stava prima con una poi con l’altra, un litigio forse a causa della gelosia, una condanna. Si può riassumere così il procedimento a carico di Alessandra Sacco, conclusosi presso il Tribunale di Ivrea venerdì 12 maggio, per danneggiamento e ingiuria.
Due ex amiche, un fidanzato che stava prima con una poi con l’altra, un litigio forse a causa della gelosia, una condanna. Si può riassumere così il procedimento a carico di Alessandra Sacco, conclusosi presso il Tribunale di Ivrea venerdì 12 maggio, per danneggiamento e ingiuria.
Due ex amiche, un fidanzato che stava prima con una poi con l’altra, un litigio forse a causa della gelosia, una condanna. Si può riassumere così il procedimento a carico di Alessandra Sacco, conclusosi presso il Tribunale di Ivrea venerdì 12 maggio, per danneggiamento e ingiuria. Durante l’udienza conclusiva sono stati sentiti alcuni testimoni, tra cui l’attuale compagno dell’imputata, con cui ha una relazione da ormai quattro anni e mezzo, e la madre. Entrambi i testimoni hanno affermato di non sapere molto dei rapporti tra le due donne, se non che entrambe avevano avuto una relazione con lo stesso uomo, prima l’imputata e successivamente l’amica. Sotto accusa era un incontro avvenuto tra le due coppie nel dicembre del 2013, in cui i toni si sarebbero surriscaldati e sarebbero volate parole poco educate tra le due donne. Il fidanzato dell'imputata, tuttavia, sostiene di non aver mai assistito a nulla di simile, smentendo quindi la testimonianza dell’altro uomo coinvolto, e di non sapere che i rapporti fossero tesi con la parte offesa, perché con lui la fidanzata non ne aveva mai parlato e non aveva riferito di nessun episodio. Secondo lui alla base di tutto poteva esserci della gelosia per il fatto che l’amica, dopo la fine della sua relazione, si fosse fidanzata proprio con il suo ex, ma per lui è solo una supposizione. La parte offesa, tuttavia, avrebbe riferito che le era stata anche danneggiata la buca delle lettere e che la responsabile sarebbe stata l’imputata. In conclusione, dopo le discussioni delle parti, il giudice Maria Claudia Colangelo si è espressa con una sentenza di quattro mesi di reclusione, con sospensione condizionale.