la denuncia

Ennesima aggressione al Pronto soccorso di Ciriè: 7 operatori sanitari coinvolti

Nursind e Anaao-Assomed denunciano la grave carenza di sicurezza: chieste vigilanza armata, protocolli con le forze dell’ordine e nuove assunzioni per proteggere medici e infermieri

Ennesima aggressione al Pronto soccorso di Ciriè: 7 operatori sanitari coinvolti

Ennesima aggressione al Pronto soccorso di Ciriè: 7 operatori sanitari coinvolti. Nursind e Anaao-Assomed denunciano la grave carenza di sicurezza: chieste vigilanza armata, protocolli con le forze dell’ordine e nuove assunzioni per proteggere medici e infermieri.

Ennesima aggressione al Pronto soccorso di Ciriè: 7 operatori sanitari coinvolti

Questa volta sono sette gli operatori rimasti coinvolti tra Medici, infermieri e personale sanitario. Qualcuno con importanti danni fisici e altri con prognosi di più giorni. “Ci troviamo a denunciare l’ennesimo grave episodio a dimostrazione che ciò che è stato fatto non è ancora sufficiente – scrvono i sindacati (Giuseppe Summa, segreteria territoriale Nursind Torino e Chiara Rivetti, segreteria regionale Anaao-Assomed Piemonte) – Il problema è complesso e non di facile soluzione ma ad oggi non sono stati ancora messi in atto tutti gli interventi utili ad evitare e prevenire questi eventi e soprattutto garantire la sicurezza del personale. Il fatto che sia complesso inoltre non giustifica che non si debba affrontare con determinazione”.

Ancora nessuna vigilanza

Allo stato attuale ad esempio non vi è ancora la presenza continua di vigilanza armata o di forze dell’ ordine come abbiamo già sollecitato recentemente dopo un altro episodio simile, personale già previsto tra l’ altro da una delibera. Non abbiamo altresì ancora notizia di protocolli operativi con le forze dell’ ordine come prevede la norma”.

Criticità strutturali

“Sono poi indispensabili misure strutturali e organizzative: per esempio utilizzare schermi e monitor con le informazioni aggiornate in tempo reale sullo stato delle prestazioni sanitarie e la predisposizione di misure strutturali per rendere i luoghi di attesa confortevoli e favorire l’accoglienza degli utenti”.

Carenza di personale

“Inoltre, sono fondamentali le assunzioni di personale: colmare le carenze di organico permetterebbe di avere più tempo per fornire ai pazienti informazioni chiare sulle modalità, i rischi e i tempi di erogazione delle prestazioni. Auspichiamo che anche la regione si faccia carico del problema strutturalmente e verifichi costantemente le azioni messe in atto affinché le aziende possano adempiere a tutto quanto è possibile fare per garantire la sicurezza degli operatori”.

Garanzie legali

“Infine, auspichiamo che regione e aziende si adoperino per garantire quanto previsto dal nuovo imminente contratto del comparto e dalle proposte della dirigenza: dal patrocinio gratuito al supporto psicologico e al costituirsi parte civile. Le difficoltà economiche e sociali, unite all’aumento dell’aggressività, spingono troppo spesso a sfogare la rabbia per la propria condizione di malattia contro il primo che si incontra, che però sta accorrendo ad aiutare. Contro di noi. Questo non è accettabile”.