Fallita la Lamalù di Volpiano perdono il lavoro 40 dipendenti

Il commento dalla Uilm: “Si tratta di un altro duro colpo sul piano occupazione per un territorio già fortemente penalizzato dalla crisi".

Fallita la Lamalù di Volpiano perdono il lavoro 40 dipendenti
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Fallita la Lamalù di Volpiano. Non c'è pace per le aziende canavesane. La ditta, che occupa 40 lavoratori, viene dunque a trovarsi nella medesima situazione della Comital.

Fallita la Lamalù di Volpiano

Un altro duro colpo per l'occupazione del Canavese: è stata dichiarata fallita la Lamalù di Volpiano. A renderlo noto è stata la Uilm di Torino. Infatti, il 5 luglio il Tribunale di Ivrea ha dichiarato il fallimento della fonderia di alluminio che fa capo alla stessa proprietà di Comital e che opera a monte del processo produttivo della consorella. L’azienda, che occupa 40 lavoratori, viene dunque a trovarsi nella medesima situazione della Comital, dichiarata fallita lo scorso 19 giugno.

Presa di posizione dei sindacati

Dura presa di posizione dei sindacati. Fallita la Lamalù di Volpiano, hanno dichiarano Dario Basso, segretario della Uilm di Torino, e Ciro Di Dato, responsabile Lamalù per la Uilm: “Si tratta di un altro duro colpo sul piano occupazione per un territorio già fortemente penalizzato dalla crisi. Avevamo infatti richiamato l’attenzione su questa azienda quando eravamo venuti a conoscenza della volontà della proprietà di dichiarare il fallimento della Comital. A rimetterci sono come sempre i lavoratori".

Quaranta persone senza lavoro

Sono una quarantina le persone che rischiano di rimanere senza lavoro, perché è fallita la Lamalù di Volpiano. "Si tratta di lavoratori che si trovano senza la possibilità di utilizzare i contratti di solidarietà, già attivati nei mesi scorsi, e con l’unica prospettiva di essere licenziati pur passando attraverso la Naspi. - spiegano dalla Uilm - A queste multinazionali purtroppo è ancora consentito restare in Italia a loro piacimento per poi abbandonare il Paese lasciando sul lastrico i lavoratori e le loro famiglie. Proveremo a verificare se questo fallimento in realtà non nasconda una delocalizzazione della produzione in altri impianti produttivi”.

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