Volpiano

Giovane papà si toglie la vita: da due anni non aveva più contatti con l’amata figlia

La tragedia si è consumata poche ore dopo il suo compleanno nella casa dove viveva prima della separazione.

Giovane papà si toglie la vita: da due anni non aveva più contatti con l’amata figlia
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Giovane papà si toglie la vita: da due anni non aveva più contatti con l’amata figlia. La tragedia si è consumata poche ore dopo il suo compleanno nella casa dove viveva prima della separazione.

Giovane papà si toglie la vita

«Vado a festeggiare il compleanno alla festa degli Alpini di Volpiano». Sono state le ultime parole che ha detto alla madre e alla sorella prima di mettere in piedi il piano suicida che chissà da quanto tempo gli occupava la mente e gli rendeva i pensieri sempre più cupi e meno lucidi. E invece di andare a brindare con le penne nere di cui faceva parte ha riaperto per l’ultima volta la porta della casa di Volpiano dove viveva prima della separazione dalla moglie e soprattutto dalla figlia che non vedeva ormai da tre anni e che amava più di se stesso.

Il dramma

Il 18 ottobre ha compiuto 44 anni: «Era un uomo nel pieno della vita, senza problemi di salute, gioviale e cordiale», così la famiglia lo ricorda. Il 19 ottobre, però, solo qualche ora più tardi si è tolto la vita. Un gesto, si diceva, pensato. Meditato. Del quale ha lasciato una traccia sulle intenzioni, difficile da cogliere a priori, probabilmente qualche istante prima di farla finita: «Ti lascio questi ricordi; portali sempre nel cuore; ti amerò per sempre… Poi starò vicino anche da lontano», scriveva alle 23.24 del giorno, in teoria, più bello dell’anno : quello in cui si festeggia se stessi . «Qualche volta quando si parlava di questa situazione, di quanto gli mancasse il poter trascorrere del tempo con sua figlia che non vedeva dal 2020 concludeva i suoi discorsi con: “Prima o poi la faccio finita”. Sembrava una frase buttata lì, più per la rabbia del momento, che per una reale intenzione di farlo realmente. Non riusciamo proprio a capire come abbia trovato il coraggio di fare quello che ha fatto». Ovviamente la famiglia del giovane volpianese non si dà pace.

L'ultima lettera

Neanche il «perché» del suo gesto, scritto di suo pugno, su alcuni foglietti trovati nell’abitazione vicino al cadavere riescono lenire al dolore ancora vivo a pochi giorni dal funerale che si è svolto sabato scorso, 22 ottobre. Non c’è stato bisogno di alcun esame autoptico: le indagini svolte sul luogo dai carabinieri e il ritrovamento delle prove raccolte non hanno lasciato dubbi al magistrato di turno per stabilire la causa di morte. Carteggio, quello lasciato lì, ben in evidenza affinché venisse ritrovato, in cui il giovane operaio ha scritto a mano (la calligrafia è stata riconosciuta dalla sorella, ndr) il suo testamento morale. Il suo stato d’animo. Cosa l’ha spinto a intraprendere quella via senza ritorno: il suicidio. «Aspettiamo che i carabinieri ci restituiscano il tutto dopo di che con il nostro legale di fiducia valuteremo il da farsi. Capire, cioè, cosa lo ha spinto ad arrivare a tanto e se ci sono delle responsabilità». Da un anno non lavorava più e dal 2014 il suo matrimonio era finito. Ma aveva superato tutto, tranne la lontananza dalla figlia: quella era la ferita più grave all’anima che non riusciva a rimarginare. A guarire.

Il gesto estremo

Dolore a cui hanno pensato subito i famigliari quando uscito la sera del 18 ottobre per andare con gli «amici» alpini a suggellare i 44 anni, di lui non si è avuta più notizia. Telefono che squilla a vuoto. Messaggi Whatsapp senza doppia spunta e rimasti lì nell’etere, senza alcuna risposta. Da lì la chiamata ai carabinieri, il pensiero che qualcosa di grave possa essere successo: sensazione che è diventata, purtroppo, reale quando è stata aperta la porta della casa dove fino a qualche anno fa viveva felice nel vedere la sua piccola crescere e che da troppo non vedeva più. E quelli che fin lì erano stati solo pensieri sinistri sono diventati, purtroppo, realtà.

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