CIRIE'

Il maresciallo che affiancò il Generale Dalla Chiesa scrive libri per aiutare gli orfani dei carabinieri caduti in servizio

Pietro Albanesi ha 81 anni e da dieci narra nelle pagine dei suoi volumi la sua storia all'interno dell'Arma dei Carabinieri

Il maresciallo che affiancò il Generale Dalla Chiesa scrive libri per aiutare gli orfani dei carabinieri caduti in servizio
Pubblicato:
Aggiornato:

Il maresciallo che affiancò il Generale Dalla Chiesa
scrive libri per aiutare gli orfani dei carabinieri caduti in servizio

«Da dieci anni scrivo libri per aiutare gli orfani dei carabinieri caduti durante il servizio» afferma il maresciallo Pietro Albanesi, 81 anni, per trent'anni al comando della caserma di Barriera di Piacenza, a Torino. Da una ventina d'anni si è ritirato in campagna, a Devesi, dove ha trascorso i primi anni della pensione con la moglie Carla Quaglia, prima di rimanere vedovo. Nel corso del tempo la prosa del maresciallo ha avuto modo d' essere apprezzata in diverse famiglie del Ciriacese che conservano, da un anno all'altro, il nuovo volume, solitamente in uscita a Natale.

«Le lettere del maresciallo» è il titolo dell'ultimo libro pubblicato

Continua Albanesi: «L'ultimo libro uscito si chiama “Le lettere del maresciallo”, un'ideale continuazione de “Le lettere del brigadiere”, dove vengono raccontati gli anni della gioventù in cui sono stato mandato a dirigere le stazioni di frontiera, come il San Bernardo, il Monte Bianco e il Monginevro. Nel libro successivo racconto il periodo della vita adulta». Nelle missive ricevute dal maresciallo Albanesi, nativo di Filottrano, ci ritrovi di tutto. Da brevi brani sui luoghi natii e sulle storie familiari, sino ad accenni di fatti di cronaca seguiti da Albanesi e documentati tramite ritagli di giornale. La scrittura è scorrevole e gradevole. Aggiunge il maresciallo: «Ritengo sia positivo poter leggere i miei libri in quanto è possibile saltare da una pagina all'altra senza perdere il filo del discorso, dal momento che ogni missiva è di fatto un racconto. Inoltre l'intento è assolutamente solidale. I soldi ricavati dalla vendita vanno a finanziare il fondo dell' “Ente Nazionale di Assistenza agli Orfani dei Carabinieri”. L'ho fatto per aiutare i figli dei colleghi che, purtroppo, sono caduti durante il proprio lavoro. Tantissime sono state le lettere ricevute in quarantadue anni di carriera. Ho scelto quelle più significative in cui sono presenti episodi relativi alle fasi storiche che il Paese ha attraversato. Mi rivolgo a un pubblico che abbia modo d'apprezzarle anche come documentazione storica».

Al fianco del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per dieci anni

Ma quale è stato l'incontro più significativo degli oltre quattro decenni svolti nell'Arma? Risponde Albanesi: «Sono stato a fianco del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per dieci anni. Ho avuto modo di conoscerlo quando era generale di brigata a Torino. La costituzione di un “Nucleo Speciale Antiterrorismo” è stata una sua iniziativa. Degli anni delle “Brigate Rosse” ricordo con nitidezza una vicenda particolare. Dopo vent'anni dall'arresto mi sono trovato davanti un brigatista, con indosso lo stesso eskimo del giorno della cattura. Quando gli ho chiesto il motivo di quell'abbigliamento, lui mi ha risposto che gli teneva caldo. Mi era venuto a ringraziare per il comportamento che avevamo dimostrato nei confronti della moglie e del figlio. Sicuramente un momento commuovente». Altri ricordi di Albanesi riguardano il procuratore Bruno Caccia, ucciso dalla malavita organizzata all'inizio degli anni '80, a Torino. Conclude Albanesi: «L'ho conosciuto quando comandavo la stazione di Cogne, come brigadiere. C'era stato un incidente in miniera e il mattino dopo li portai il rapporto. Dopo averlo letto, affermò: “Brigadiere lei doveva fare lo scrittore, non il carabiniere”. Quando, anni dopo, è stato ammazzato sono stato il primo ad accorrere perché viveva nel quartiere in cui lavoravo».

Seguici sui nostri canali