Il segretario Spi Cgil alto Canavese sul lodo Asa: "Non c'è nulla da gioire"

Per il segretario dello Spi Cgil alto Canavese se non si farà sistema ci sarà il declino del territorio.

Il segretario Spi Cgil alto Canavese sul lodo Asa: "Non c'è nulla da gioire"
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Il segretario Spi Cgil alto Canavese Alfredo Ghella interviene sul lodo Asa: "Non c'è nulla da gioire".

Alfredo Ghella sul lodo Asa

Il nostro territorio si trova ad un bivio, secondo il segretario Spi Cgil alto Canavese, Alfredo Ghella, che torna sulla delicata vicenda del lodo Asa. «Prendo spunto dagli articoli del settimanale Il Canavese sulla vicenda Asa per fare alcune considerazioni sulla situazione del nostro territorio – spiega in una lettera ad hoc inviata alla nostra redazione, Ghella – La vicenda Asa è l’emblema di come i gruppi dirigenti del Canavese non siano in larga parte all’altezza dei cambiamenti in atto che stanno “terremotando” le nostre zone. Oggi, giustamente i sindaci esultano (mi auguro con qualche cautela), perché i Comuni non sono tenuti a pagare nessun risarcimento per i debiti pregressi. Rimane un punto, come sia stato possibile che un consorzio pubblico di proprietà in quota parte dei Comuni abbia accumulato in circa 10 anni, senza che gli stessi se ne accorgessero, più di 80 milioni di disavanzo. Le affermazioni di alcuni primi cittadini del tempo sono stupefacenti: “ci presentavano dei bilanci poco chiari”. Come dire: ci siamo fatti gabbare».

Bilanci mal gestiti

E’ un duro attacco quello sferrato da Ghella: «La cosa non mi pare edificante per chi viene eletto per difendere gli interessi dei cittadini. In realtà, bastava pretendere che i bilanci fossero divisi per le varie attività dell’Asa. Sarebbe emerso che il settore rifiuti copriva le gravi perdite degli altri comparti nati senza sufficienti analisi di sostenibilità. Alcuni sindaci, lo ricordo bene, se ne erano resi conto, ma venivano regolarmente tacitati da altri che consideravano questo agire del consorzio molto buono perché garantiva molta occupazione. Il risultato finale è stato il commissariamento dell’ente, la sua privatizzazione e il dimezzamento dell’occupazione».

"Non c'è tempo da perdere"

E’ un bilancio con molti chiaro-scuri per il segretario Spi Cgil alto Canavese: «Non vi è nulla quindi da gioire, ma molto da riflettere. Lo dico in particolare ai nuovi amministratori che non avendo responsabilità sul passato devono trarre da questa amarissima vicenda, che non ha fatto onore al Canavese, un insegnamento, affinché certi fatti non abbiano a ripetersi in futuro. Un futuro difficile per il territorio che è il vaso di coccio all’interno della Città Metropolitana. O a partire dagli amministratori si supera una volta per tutte un assurdo campanilismo che impedisce di fare sistema oppure temi essenziali come la viabilità, i trasporti, la tutela della salute e, primo tra tutti, la difesa del lavoro non possono essere davvero affrontati. E il territorio oggi ancora resistente declinerà». Non c’è tempo da perdere, chiosa Ghella: «Questi sono i temi che decidono il futuro del Canavese e occorre affrontarli non con alcune riunioni fini a se stesse, ma con una forte azione comune di tutta la popolazione e delle sue classi dirigenti, per fare massa critica e pesare nei confronti degli altri enti, a partire da Torino e la Città Metropolitana. Il tempo stringe, occorre agire prontamente per permettere al Canavese, fatto di gente tenace e laboriosa, di reggere ai grandi cambiamenti in atto. Se non saremo all’altezza, non guardiamo altrove ma a noi stessi».

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