la posizione dell'uncem

Indagati per inquinamento ambientale, l’Unione comunità montane: "Non opportuno"

Il presidente piemontese e quello nazionale di Uncem, l’unione nazionale dei comuni e degli enti montani intervengono sul caso dei 9 avvisi di garanzia notificati ad altrettanti amministratori regionali e del Comune di Torino.

Indagati per inquinamento ambientale, l’Unione comunità montane: "Non opportuno"
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Sul caso delle indagini per inquinamento ambientale a Torino, che vede indagati 9 tra amministratori attuali e passati della Regione Piemonte e del Comune di Torino (qui il commento di Legambiente), intervengono anche il Presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero, e Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

“Non è opportuno che le istituzioni siano messe in scacco in sede giudiziaria”

Il presidente piemontese e quello nazionale di Uncem, l’unione nazionale dei comuni e degli enti montani intervengono sul caso dei 9 avvisi di garanzia notificati ad altrettanti amministratori regionali e del Comune di Torino per l’inquinamento ambientale emerso a Torino.

“Che la politica sia messa in croce e che le istituzioni vengano messe in scacco in sede giudiziaria per non aver fatto abbastanza o non aver fatto il giusto, il meglio, il più possibile, non lo troviamo opportuno. Uncem non concepisce come i vertici della Regione Piemonte e del Comune di Torino possano essere bersaglio di indagini per reati ambientali che siamo convinti non hanno commesso. Uncem è solidale con Cirio, Marnati, Chiamparino, Fassino e i loro Colleghi oggi indagati. Uncem è membro della Conferenza regionale dell’Ambiente nella quale le decisioni sono sempre state prese in piena condivisione, superando steccati, perplessità, talvolta divisioni, anche nate da diverse visioni e approcci politici. Uncem conosce bene quanto di importante è stato fatto negli ultimi anni in quella sede. Tutti gli Amministratori pubblici agiscono per il bene dei loro cittadini. E compiono delle scelte in base ai mezzi e alle opportunità che hanno in quel momento, nel perimetro di cornici normative precise. Dare in testa alla politica è uno sport che consideriamo consegnato al passato. Uno sport non certo glorioso, che oggi non crediamo possa andare di moda. Chi vuole fare meglio, chi chiede di più, chi ha le soluzioni, tutte e subito, anche su un problema complesso e articolato come quello ambientale, relativo a inquinamento e salute pubblica, in una democrazia può scendere in campo alle prossime elezioni. Se eletto, potrà fare e fare meglio. Oppure può condividere le soluzioni, già oggi, con i rappresentanti democraticamente eletti. Ricorrere alle vie giudiziarie contro questo o quello, contro il ‘non aver fatto’ o il ‘non aver fatto abbastanza’, per dolo o per colpa, non ci pare rientri in uno quadro istituzionale e civico positivo per il Paese e per la stessa democrazia”.

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